Variante brasiliana, sale preoccupazione. Speranza: “Stop a voli dal paese sudamericano”
Roma – Aumentano le varianti del Coronavirus in circolazione. A quella inglese e sudafricana si aggiunge quella brasiliana. L’aeronautica del paese sudamericano ha avviato un ponte aereo per rifornire di ossigeno gli ospedali dell’Amazzonia, inondati di pazienti Covid legati alla proprio alla nuova variante scoperta proprio nella giungla. I medici erano arrivati a dover alternare i pazienti ai ventilatori, ruotandoli ogni 10 minuti. Il boom di Covid in Amazzonia ha mandato in tilt un sistema sanitario già fragile di suo, e a farne le spese sono stati anche i pazienti di altre patologie che richiedono la somministrazione di ossigeno.
Contromisure in Italia
L’Italia ha subito reagito a questo nuovo pericolo di contagio. Fermati tutti i voli per l’Italia in partenza dal Paese sudamericano. “Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato – ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza -. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione. E’ fondamentale che i nostri scienziati possano studiare approfonditamente la nuova variante. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza”.
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Le reinfezioni in Brasile
Il ministero della Salute del paese sudamericano conferma fra l’altro due casi di reinfezione. Sul sito del ministero si spiega che il dicastero “è stato informato il 13 gennaio di un caso confermato di reinfezione in Amazzonia da un nuovo ceppo variante di Sars-CoV-2”. La variante è stata inviduata “in una donna di 29 anni con lievi sintomi della malattia”, alla quale era stata diagnosticata l’infezione per la prima volta il 24 marzo 2020. “Il 30 dicembre (nove mesi dopo), la donna ha ottenuto la seconda diagnosi positiva per Covid-19. La seconda analisi effettuata ha evidenziato un pattern di mutazioni, compatibile con la variante del virus SARS-CoV-2, recentemente identificato dal Ministero della Salute del Giappone, ma originario dell’Amazzonia”, si legge sul sito del ministero. In Brasile i casi di reinfezione dovuti a una nuova variante sono stati registrati uno nello stato di Bahia con la mutazione originariamente identificata in Sudafrica che è ancora oggetto indagine, e l’altro già confermato in Amazzonia. I casi sono monitorati da équipe del Ministero della Salute e Ops/Oms. Le informazioni sono state condivise, come parte della routine di sorveglianza epidemiologica, anche con l’Organizzazione Panamericana della Sanità (Ops), braccio sudamericano dell’Oms.
La variante inglese
“Siamo molto preoccupati” dalla variante inglese del virus SarsCoV2,ma “non sappiamo esattamente quanto sta circolando perché purtroppo qui non sequenziamo“. Così Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, nella trasmissione ‘Un Giorno da Pecora’ di Rai Radio1. Ricciardi ha detto inoltre di non ritenere che la variante inglese sia molto diffusa “perché in quel caso ce ne accorgeremmo”.
Un caso in Piemonte
Comunque oggi è stato identificato il primo caso nel Vercellese, in una ragazza rientrata lo scorso 20 dicembre dall’Inghilterra. In via di conferma anche un secondo caso, registrato nel Cuneese. A segnalarlo è l’assessore regionale alla Ricerca applicata Coid Matteo Marnati. “Il fatto di aver identificato il primo caso di variante inglese del Covid – spiega Marnati – è la dimostrazione che attraverso i nostri test siamo in grado di intercettare tutte le varianti e, visto che il singolo caso non ha dato luogo a focolai, possiamo affermare che l’attività di prevenzione ha ben funzionato permettendo l’immediata identificazione del paziente. Ringrazio per l’efficienza il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico che, nei prossimi giorni, attuerà un continuo monitoraggio di altri test molecolari”. La potenzialità di analisi con sequenziazione al momento è di 96 campioni a settimana, fino a un massimo di 192 campioni, con un tempo di risposta in 5-6 giorni.
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