Conte sotto la lente di Mattarella: gli scenari che si aprono per il governo

Certo, in una simile eventualità è logico pensare che sarebbe Mattarella a voler incontrare il premier. Per raccomandargli di fare l’impossibile per costruire una piattaforma politica condivisa, e dunque un programma comune, in cui il rinnovato esecutivo si riconosca. Altrimenti rischieremmo di ritrovarci presto ostaggio di una permanente e paralizzante instabilità.

Se invece martedì sera salterà tutto, la partita passerà nelle mani del capo dello Stato. Che aprirà di corsa le consultazioni per accertare se vi siano soluzioni alternative.

Rischia d’essere un tentativo platonico. Lui, e l’ha fatto sapere più volte, considera che con questo esecutivo si siano consumate le formule politiche praticabili con questo Parlamento. Perciò teme, suo malgrado, di dover mettere in piedi un governo di emergenza o di scopo o tecnico o istituzionale o comunque lo si voglia chiamare, che si limiti a chiudere il cantiere del Recovery Plan e curare la campagna di vaccinazione, per portare il Paese alle urne nella tarda primavera.

CORRIERE.IT

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