Conte in Senato ha fatto 8 «correzioni» al suo discorso, rispetto alla Camera
Giuseppe Conte ha cambiato la cravatta, blu invece che celeste, e la mascherina, celeste invece che bianca e ha riproposto al Senato quasi lo stesso intervento pronunciato alla Camera. Quasi, perché non sono mancate significative correzioni, più o meno tutte volte a cercare di accrescere, fino all’ultimo minuto, i possibili consensi nel voto di fiducia di questa sera, a rendere definitivo lo strappo con Italia Viva e a proporre un’inedita concezione della stabilità di governo, basata sul rifiuto di ogni opzione maggioritaria.
1. Renzi
Ha continuato a non chiamare Matteo Renzi per nome, ma ha semmai inasprito la critica. «È difficile lavorare con chi semina mine sul percorso comune». E è tornato a parlare di sburocratizzazione e commissari per le opere, riproponendo uno dei temi di maggior contrasto con Italia Viva.
2. Politica internazionale
Ha corretto almeno in parte la posizione sulla politica internazionale. Dove ieri sembrava costituire quasi un’equivalenza tra gli Stati Uniti e la Cina, oggi, dopo le critiche, ha invece subordinato il rapporto con la Cina al lavoro unitario con i partner europei e con gli Usa, per un confronto che segua principi e valori democratici.
3. Legge elettorale
Ha corretto, solo dal punto di vista istituzionale e formale la posizione sulla legge elettorale, riaffermando la necessità del proporzionale ma riconoscendo il primato del Parlamento, frenando almeno un po’ l’invasività del governo su questo tema.
4. La frammentazione
Ma ha però aggiunto che la frammentazione non si recupera non riconoscendo le mille sensibilità diverse. Quindi il rifiuto di ogni riforma maggioritaria, proponendo una curiosa ricetta per la stabilità: bisogna garantire a tutti la rappresentanza (pare di capire senza soglie di sbarramento) e accordi chiari per governare si faranno un po’ prima e un po’ dopo le elezioni.
Pages: 1 2