Dai dissidenti di Italia Viva ai centristi di Tabacci, le prove del nuovo gruppo

La «camminata di palagio»

Il segretario del PsiRiccardo Nencini ci tiene a non essere accomunato ai transfughi dell’ultima ora, perché già faceva parte della maggioranza: «Abbiamo votato a favore dando un segnale positivo, sia pure con preoccupazione, dando atto al premier delle aperture alle grandi famiglie europee. Ma ora è Conte a dover declinare questa offerta». Quasi a dar ragione al premier che lo ha definito «fine intellettuale», Nencini cita Dante: «Vedo una strada in salita, che deve essere allargata. Ma dev’essere una camminata di palagio, non natural burella». Una strada maestra, non un sentiero di montagna per muli. Nencini tiene molto al simbolo e alla storia, quindi difficilmente entrerebbe in gruppo di «popolari». Ma, ribadisce: «Tocca a Conte riprendere in maggioranza Iv: come diceva Nenni, non si governa con il rancore».

La posizione di Cambiamo

Il nome non è un problema, dicono altri costruttori: «Potrebbe essere Centro democratico, Liberal-democratici o Popolari per l’Europa. Ma possiamo cambiare se serve». Di questa nuova formazione, se mai nascerà, non dovrebbe far parte la componente di Cambiamo, che fa riferimento a Giovanni Toti. Spiega Paolo Romani: «Mi sembra un’operazione di piccolo cabotaggio. Conte ha festeggiato con Di Maio la vittoria M5S, ha governato con la Lega e ora bestemmia in casa Grillo evocando le famiglie politiche. Se si vuole costruire qualcosa, servono un po’ di passaggi». Il primo è la legge proporzionale: «Ho letto con piacere Franceschini sul proporzionale. È chiaro che in quel sistema i vincoli di coalizione si allentano, ognuno gioca la sua partita e ci starebbe una formazione centrista e liberale».

CORRIERE.IT

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