Nicola Gratteri, il magistrato che piace a destra e sinistra ma non sempre ai giudici
Nel 2014 Matteo Renzi lo voleva ministro della Giustizia. È stato a un passo dal diventarlo. Poi il progetto si è fermato. Le voci, confermate dal diretto interessato anni dopo, narrano che a stopparlo fu l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Cinque anni dopo, agli albori del secondo governo Conte, qualche rumor su un suo possibile incarico ai vertici di via Arenula è circolato. Poi, invece, Alfonso Bonafede è rimasto nel posto che ricopriva già da più di un anno. Non è entrato a far parte di alcun governo Nicola Gratteri, eppure il magistrato calabrese, dal 2016 al vertice della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è sostenuto vigorosamente dai politici. Quale che sia il loro colore.
“Mi fido di Gratteri”, diceva, fieramente, senza aggiungere molto altro, Matteo Salvini, quando veniva raggiunto dalla notizia dell’inchiesta nei confronti di Domenico Tallini. Il presidente del consiglio regionale calabrese, di area centrodestra, è accusato dalla procura guidata da Gratteri di concorso esterno in associazione mafiosa e condotto a metà novembre agli arresti domiciliari. Qualche settimana dopo il provvedimento cautelare è stato revocato. Le indagini andranno avanti, le accuse dovranno essere dimostrate. Tallini, intanto, si è dimesso. Tra gli applausi, trasversali, di buona parte della politica.
Magistrato dal anni ’80, Nicola Gratteri è sotto scorta da trent’anni per le tante minacce ricevute dalla criminalità organizzata. E la ’ndrangheta è al centro anche dell’inchiesta della sua procura venuta alla ribalta oggi, con arresto dell’assessore regionale Francesco Talarico, accusato di associazione a delinquere con l’aggravante del metodo mafioso. Stessa accusa per Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc. Proprio nel momento in cui la sua compagine politica potrebbe avere un ruolo determinante negli estremamente instabili equilibri di governo. L’inchiesta ha coinvolto quasi 400 uomini delle forze dell’ordine. Cinquanta le misure cautelari notificate. Gli indagati sono 160 e i capi di imputazione tanti da riempire – parola di Gratteri – 150 pagine.
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