Covid a Milano, scatta il piano ripartenza e Atm potenzia i trasporti. «Nodo scaglionamenti». Nuovi orari per gli uffici
L’ipotesi inizia a filtrare poco prima dell’ora di pranzo. Il messaggio in arrivo sull’asse Roma-Milano che «piove» su pochi, riservati cellulari dei rappresentanti istituzionali in città, mette in allerta: «Contrariamente alle previsioni e alle attese, col nuovo monitoraggio la Lombardia tornerà “arancione”».
I due palazzi nei quali il messaggio determina un’attivazione immediata sono in corso Monforte e in Foro Bonaparte. Perché Milano ha un «piano ripartenza» già definito da prima di Natale, ma che era rimasto congelato dai continui stop ang go determinati dalla scala dei colori del decreto anti-Covid e dal percorso giudiziario amministrativo davanti al Tar. La sequenza di «capriole»: le scuole superiori riaprono il 7 gennaio; poi vengono rimandate all’11; dopo, un’ordinanza regionale le chiude fino al 24; l’ordinanza viene «cassata» dal Tar e si ipotizza un’apertura il 18; il passaggio della Lombardia in «rosso» fa slittare infine tutto all’1 febbraio. In questa sequenza di rovesciamenti, la «retrocessione» della Lombardia in «arancione» di ieri spazza tutte le carte dal tavolo e chiude (per il momento) la partita. La didattica in presenza per gli studenti superiori riparte il 25 gennaio.
Nel pomeriggio il prefetto, Renato Saccone, detta la linea: «Si riparte lunedì. Non si può concedere altro tempo». Il risultato è che scatta una corsa contro il tempo. Perché il sistema scuola/trasporti fondato su scaglionamento degli orari e potenziamento dei mezzi, già pronto, ma che prima di Natale aveva una decina di giorni per la messa in atto, a questo punto dovrà partire in 48 ore. In Foro Buonaparte ingegneri e direttori operazioni Atm si attivano per stringere i tempi il più possibile. Ci sono turni da riorganizzare. Contratti con i privati tenuti in stand-by da far partire.
Il piano straordinario di potenziamento dei trasporti prevede: 1.200 corse aggiuntive su tutta la rete, tra cui le oltre 800 dedicate agli studenti e 60 bus navetta per 32 istituti più frequentati; incremento nell’uso dei bus turistici su ulteriori 5 linee (in aggiunta alle 8 linee già partite) in affidamento a operatori privati (una scelta che permette di «liberare» mezzi Atm per potenziare 18 linee urbane e suburbane «a elevata frequentazione»). In più, servizio riprogrammato su alcune «linee di forza», con 180 corse al giorno in più, e 8 treni aggiuntivi in metrò nelle ore di punta.
Da Atm ieri sera filtrava la fiducia di riuscire a mettere in strada praticamente tutti i mezzi aggiuntivi, pur con un preavviso così stretto. Il tema però è più ampio. Visto che il decreto impone una capacità dimezzata su tutti i mezzi pubblici, la rete del trasporto «reggerà» soltanto se il resto del sistema riuscirà ad adeguarsi. Tradotto: se le scuole riusciranno a scaglionare gli ingressi per diluire gli spostamenti nelle ore di punta, tra le 7.30 e le 9.30. Altrimenti, saranno possibili blocchi dei tornelli del metrò, «salti» delle fermate, attese prolungate.
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