Vaccino anti-Covid, Ippolito (Cts): «I ritardi possono essere recuperati»
Acquistare vaccini da altri mercati, ad esempio il russo Sputnik nel caso l’Ema lo autorizzasse?
«Al
mondo ci sono al momento 68 vaccini in fase clinica, di cui 20 hanno
raggiunto la fase finale dei test, 2 approvati da EMA e FDA. Altri 5
hanno avuto approvazione in singoli paesi, ma solo per pochi sono
disponibili dati pubblicati dopo una revisione tra pari. Tra questi
anche lo Sputnik V, per il quale non mi sembra esistano altri dati oltre
i risultati di 2 studi di fase 1-2 in aperto. L’EMA ha avuto
recentemente un incontro con i russi per discutere il loro piano di
sviluppo e le relazioni con l’agenzia. L’agenzia non ha avviato la
“revisione continua” dei documenti depositati dal Fondo russo per gli
investimenti diretti. Informazioni di stampa riportano che il vaccino
avrebbe una efficacia superiore al 90%.Credo che come per gli altri
vaccini occorre aspettare il risultato della valutazione dell’EMA».
È da scartare la strategia britannica di somministrare al maggior numero di persone possibile la prima dose posticipando la seconda?
«I
vaccini finora approvati danno una copertura dopo almeno una settimana
dalla seconda dose. I CDC americani e l’Organizzazione Mondiale della
Sanità raccomandano che la seconda dose deve essere somministrata il più
vicino possibile all’intervallo raccomandato. Fino a prova contraria
rimango convinto che le vaccinazioni vadano completate secondo lo schema
utilizzato nelle sperimentazioni cliniche»
Le nuove varianti rischiano di compromettere le vaccinazioni?
«Al momento non ci sono evidenze che le varianti recentemente identificate abbiano un impatto negativo sulla campagna vaccinale o rendano i vaccini inefficaci. Come per altre infezioni alcune varianti potrebbero eludere le risposte immunitarie innescate da vaccini e precedenti infezioni. Per questo sono necessari studi di laboratorio su popolazioni numericamente consistenti valutando, non solo la capacità degli anticorpi sviluppati dopo il vaccino di neutralizzare le varianti in vitro, ma anche gli effetti sul sistema immunitario. Bisognerà indagare. Anche per questo occorrono ricerche. In ogni vaso l’utilizzo di una strategia vaccinale che dia una copertura limitata espone sicuramente al rischio di mutazioni, un altro motivo a supporto della necessità di cicli vaccinali completi».
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