Crisi di governo, malessere tra i dem: cresce il fronte anti urne. Orlando: «Conte non si molla»
ROMA – Un’offensiva durissima contro Matteo Renzi — lanciata prima da Goffredo Bettini, poi da Andrea Orlando —, che potrebbe stupire chi sperava ancora in una riconciliazione. Ma il niet al leader che «ha cercato di uccidere il Pd», il veto apparentemente irreversibile contro l’aspirante rottamatore dei dem ha due obiettivi. Quello di convincere la pattuglia di renziani e forzisti riluttanti a staccarsi dalla casa madre e a consentire la nascita del nuovo gruppo, unico vaccino contro la crisi del governo Conte. E quello di stoppare sul nascere le molte tentazioni aperturiste nei confronti di Renzi dentro il Pd.
Il difficile salvataggio
Il no a Renzi matura insieme a un’altra convinzione. E cioè che Conte non ce la sta facendo. Nonostante il gran lavorio dei mediatori, l’operazione di salvataggio si sta rivelando più difficile del previsto. L’irritazione contro Conte è forte: «Aveva promesso il gruppo ma non si vede niente. A che gioco sta giocando?». L’unico modo per convincere gli incerti è spiegargli bene che senza Conte il precipizio nell’inferno delle urne è inevitabile. Circostanza che terrorizza molti parlamentari, i quali non troverebbero posto in un Parlamento ridimensionato dal taglio.
Il premier insostituibile
Naturalmente le urne non sono affatto inevitabili e Orlando e Bettini lo sanno bene. Come sanno che quasi tutto il partito è contrario al voto. Il messaggio contro Renzi serve anche per sbarrare il passo dentro il partito all’ipotesi di un suo rientro, prima che diventi inarrestabile l’ondata di aperture. Tutti sanno, del resto, che i parlamentari del Pd sono stati scelti da Renzi.
Ma Orlando sa anche che un ritorno di Renzi comporterebbe probabilmente la sostituzione del premier e questo sarebbe insostenibile per i 5 Stelle. Lo dice apertamente Orlando: «Il crollo di Conte rischia di essere la fine di questa maggioranza e la fine di una alleanza che è l’unica alternativa ai sovranisti. Ai nostri dico: Conte non si molla». Bettini e Orlando temono che, se Renzi tornasse al governo, aspetterebbe di entrare nel semestre bianco (quando non si possono sciogliere le Camere) per far cadere di nuovo il governo e costringere tutti alle larghe intese. Perché il suo obiettivo, dice Bettini e ripete Orlando, è destrutturare il bipolarismo e il Pd, rendendolo debole e scalabile.
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