Crisi governo, M5S a rischio implosione. E cresce la tentazione di sacrificare Bonafede
di Mario Ajello
ROMA «Di Conte non ne posso più. E’ sacrificabilissimo». Ecco il mood di molti parlamentari nell’assemblea di ieri notte. Il timore che lui faccia il partito e io resti fuori, la paura che si vada alle urne e io non ritorno in Parlamento, sono i pensieri fissi del grillino medio. Ma anche del grillino top. Non muoio per Giuseppe ma non muoio neppure per Bonafade. Ecco la foto dell’esplosione 5 stelle, mentre il capo politico – Vito Crimi – non fa che ripetere: «Con Conte fino alla fine!». «Questo lo dice lui», confidano big e peones stellati mentre si avviano alla mega riunione modello ultimo valzer sul Titanic e si salvi chi può. APPROFONDIMENTI

E’
in gioco la prosecuzione della legislatura, cioè dello stipendio. E M5S
non è affatto «più unito che mai», come vorrebbero far credere i
vertici. Chi vuole mollare Bonafade pur di salvare se stesso. Chi non
vuole morire per Renzi ma spera di sopravvivere con i renziani. Chi, per
evitare le elezioni, sposerebbe Berlusconi, le larghe intese, il
governo di unità nazionale, Draghi o Cottarelli o Cartabia o anche
Mazinga o magari Fanfani (se fosse ancora vivo) o la Boschi (sempre di
aretini di tratta), pur di non tornare a casa dalla moglie (o dal
marito) disoccupata/o.
Ceppaloni trend
Chi
mastelleggia. Chi evviva i Responsabili e chi abbasso i Responsabili. E
Conte? Va bene, ma anche no. Al fianco del premier fino alla fine, come
ha annunciato il capo politico Crimi ma chissà chi rappresenta, e però
anche senza Conte si può fare e va bene tutto pur di evitare il voto che
azzererebbe i 5 stelle e ne riporterebbe meno della metà in Parlamento.
Quel che dice il deputato Andrea Colletti non lo dice soltanto lui:
«Nel governo Conte 2, Bonafede ha fatto molto poco e qualcosa è stato
fatto anche male».
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