Crisi di governo, Conte vuole costruire una «sua» maggioranza e trattare con Italia viva da una posizione di forza
Un assaggio di quel che potrebbe avvenire se mai si arriverà a discutere di Mes, Recovery, cantieri e di ministeri da assegnare, Conte lo ha avuto ieri. Ha sentito Teresa Bellanova dire che «non c’è solo lui», Maria Elena Boschi lanciare Gentiloni premier e diversi renziani intonare la serenata a Di Maio. Un coro così suadente che il ministro degli Esteri gli ha dovuto giurare pubblicamente lealtà. Conte si è rassicurato e non teme più di tanto la nascita di un governo politico a guida Di Maio, o Fico: «I 5 Stelle mi sosterranno fino alla fine. E poi il Pd non accetterebbe e nemmeno Italia Viva». E i dem? Non è un mistero che a Palazzo Chigi i sospetti sulla tenuta del Pd aleggiano da tempo, ma la relazione di Zingaretti sembra aver placato l’ansia di Conte. Un esecutivo Franceschini, Guerini o Gentiloni non gli sembra nel novero delle cose possibili, anche perché «l’opinione pubblica penserebbe che il Pd era d’accordo con Renzi».
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