Italia senza zona rossa e da domenica Lazio in zona gialla

di Francesco Malfetano

Almeno tre regioni di nuovo in giallo e, forse, nessuna in rosso. A meno di 48 ore dal nuovo monitoraggio settimanale che gli esperti della cabina di regia illustreranno venerdì pomeriggio, è questa la geografia dei colori che va delineandosi per l’inizio di febbraio. Da domenica infatti, in base ai dati del monitoraggio raccolti tra il 18 e il 24 gennaio Lazio, Liguria e Veneto potrebbero abbandonare l’arancione per raggiungere Campania, Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Trento e Toscana in zona gialla. Un gruppone a cui potrebbero aggiungersi in molte, ma in testa ci sono Emilia-Romagna, Marche e Sardegna, con quest’ultima interessata da un’operazione di rivalutazione dei parametri. Per la certezza assoluta è presto ma, a leggere gli ultimi dati che parlano di un -4% a livello nazionale in termini di occupazione delle strutture ospedaliere, tutto sembra viaggiare nella direzione di un alleggerimento delle restrizioni diffuso.

Zona arancione o gialla, cambiano colore Veneto, Friuli, Marche, Sardegna e Toscana? Lazio: «Zona bianca lontana»


LE PROMOZIONI
Nel Lazio ad esempio, si può guardare con fiducia a tutti e 3 i parametri principali: sono in calo sia il tasso di incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti che i casi giornalieri quanto, soprattutto, il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei ricoveri ospedalieri. In attesa dei numeri settimanali i dati regionali sono migliorati giorno per giorno tenendosi entro le soglie stabilite. Vale a dire che non superano il 30 per cento di occupazione per le terapie intensive, il 40 per cento per i posti occupati nei reparti ordinari e che l’indice Rt è sotto uno. Quest’ultimo già attestatosi a 0,94 la scorsa settimana rende ottimisti gli esperti della Regione. Al punto che nonostante sarebbero necessari 14 giorni di permanenza in uno scenario di rischio inferiore rispetto a quello che ha determinato lo spostamento in fascia arancione (il conteggio per il Lazio parte dalla settimana scorsa) dai tecnici della Regione il passaggio è considerato ormai una certezza.
Un discorso simile interessa Veneto e Liguria, vantando entrambe dati in discesa. Il primo in particolare, come chiarito dal governatore Luca Zaia «da calcoli fatti in casa» avrebbe un «Rt pari a 0,62». A sperare nel salto però c’è anche l’Emilia-Romagna che ha tutti i dati in calo eccetto l’occupazione dei reparti di terapia intensiva, che rimane stazionario attorno al 30%, pochissimo sopra la media nazionale. Situazione differente per Sardegna e Marche. Se per quest’ultima il governatore Francesco Acquaroli ha già annunciato un dossier per chiedere al governo di far tornare le Marche in zona gialla, per la Sardegna la questione è complessa. «Abbiamo detto da subito che i calcoli che riguardano la Sardegna sono sbagliati – ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas – non esiste un rischio rispetto al carico delle terapie intensive in questo momento, perché abbiamo posti a sufficienza. Il calcolo e i numeri vanno valutati in maniera critica». In pratica nell’Isola il tasso di riproduzione di una malattia infettiva R0 sarebbe poco attendibile. «In Sardegna vi sono delle catene di trasmissione in alcune aree che inficiano il valore R0» ha detto il viceministro alla salute Pier Paolo Sileri, aprendo la porta alla rivalutazione dei parametri regionali. In aggiunta anche Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta sono in pressing sul ministero per tornare a colorarsi di giallo, ma i numeri in questi casi sono meno evidenti.

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