Casalino, dopo le dimissioni di Conte è nel mirino di Renzi: «Di certo non mollo»
Non in queste ore nere però, in cui «Rocco» avrebbe solo voglia di gridare quello che ha dentro. Che Renzi attacca lui «per non attaccare il presidente Conte, uno che ha dalla sua parte il 70 per cento degli italiani». Che i renziani lo fanno apparire come «il deus ex machina», lo usano come bersaglio, parafulmine, scudo…
Può sembrare incredibile, ma c’è stato un tempo in cui Renzi e Casalino erano quasi amici e avevano preso a chattare via WhatsApp. Conte era da poco a Palazzo Chigi con la Lega e l’ex sindaco di Firenze, forse colpito dal talento comunicativo del portavoce, gli scrisse per complimentarsi. Ne nacque una confidenza, persino una simpatia reciproca. Finché il capo dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio scrive qualcosa che fa saltare i nervi a Renzi, il quale blocca il contatto e non si fa più vivo. Lì finisce il feeling e comincia la guerra, spesso giocata con le armi dei social. «Devono confrontarsi con noi, non con gli hashtag», è una frecciata ricorrente del leader di Italia viva. Il quale ieri, appena uscito dal colloquio con Mattarella, ha di nuovo mirato al bersaglio: «Questa non è una saga, non è una fiction, non siamo al Grande Fratello… Qui siamo al Quirinale». Tanto astio si deve a una frase che il portavoce avrebbe pronunciato conversando con alcuni parlamentari del M5S, che la riferirono a Repubblica: «Se andiamo in Senato lo asfaltiamo, come è successo con Salvini». Parole riferite a Renzi, il quale non gliel’ha perdonata nonostante la «categorica smentita» di Palazzo Chigi.
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