Crisi, l’illusione che il rinvio possa essere una strategia

Un governo in carica c’è. Si dirà: ma solo per gli affari correnti (e anche per quelli è necessaria una apposita circolare). Ma con tutto il rispetto per i protagonisti, non è molto utile mettersi a discutere se sia o meno un affare corrente andare avanti sul lavoro per strutturare il Recovery plan assieme alle Regioni. In ogni caso andrebbe ricordato che quel piano è ancorato al bilancio europeo che va da qui al 2027. E che quindi non è né un regalo né una concessione a questo come ai governi che si succederanno: tentare perciò di identificare buone pratiche sarebbe utile a chiunque dovesse arrivare al governo.

Il sospetto è che in quelle due parole «affari correnti» ci sia anche molta malafede. Il buon senso, anzi, spingerebbe a pensare il contrario. Un governo ancora in carica dovrebbe avere tutto l’interesse a dimostrare che la sua azione è stata ed è necessaria. Un governo ancora in carica dovrebbe spronare lo Stato e la pubblica amministrazione ad accelerare verso la soluzione dei numerosi dossier aperti, illustrando con i fatti la bontà della propria azione. Dare cioè al Paese la concreta indicazione di quanto il senso di responsabilità imponga il fatto di non rimanere fermi.

E tutto non può risolversi in una pratica racchiusa in una parola magica: proroga. Eppure è già pronta per il 31 marzo, quando scadrà il blocco dei licenziamenti. Se ne parla anche per quella Quota 100 previdenziale, nonostante sia stata un flagello per i conti pubblici e non sia stata nemmeno tanto gradita dai lavoratori (visti i risparmi dovuti alle adesioni inferiori alle previsioni). E di deroga in deroga, ecco pronta anche la proroga per lo smart working nella pubblica amministrazione.

La realtà è che per l’Italia è un affare corrente qualsiasi atto contribuisca a farci uscire da quel torpore di Paese perennemente sospeso, dove ogni azione e scelta viene vista come una pericolosa alterazione dei precari equilibri raggiunti. Cullandoci nell’illusione che il rinvio possa essere una strategia.

CORRIERE.IT

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