Le scelte che hanno davanti Conte e i partiti

ALESSANDRO SERRANO’

La crisi di governo innescata dall’uscita di Italia Viva e Matteo Renzi dalla maggioranza che sostiene il governo Conte va ormai avanti da due settimane senza che si intraveda una facile soluzione. La situazione è particolarmente difficile da sbloccare perché nessuno dei partiti coinvolti, né nella maggioranza né nell’opposizione, ha solo da guadagnare o da perdere: praticamente ogni scenario prevede dei pro e contro che i leader politici vogliono rimandare, soppesare con calma o negoziare fino all’ultimo minuto disponibile. Queste, al momento, sono le scelte che hanno davanti nell’ultimo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo governo, con qualche semplificazione, e la premessa che in queste settimane le cose sono già cambiate diverse volte, e rapidamente.


Italia Viva

(Alberto PIZZOLI / POOL / AFP

Il partito di Matteo Renzi sta riuscendo, per ora, nell’obiettivo che si era posto nel breve termine: indebolire il presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte, che Renzi critica ormai da molti mesi sia per questioni di merito – la sua gestione del Recovery Fund e del MES – sia probabilmente per questioni di interesse politico: una eventuale prosecuzione della carriera politica di Conte potrebbe prosciugare l’elettorato centrista a cui si rivolge proprio Italia Viva. Nel colloquio avuto ieri col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il partito di Renzi ha fatto capire che non accetterebbe un nuovo incarico a Giuseppe Conte, almeno non nell’immediato. Ma in altre sedi ha anche dimostrato di considerare questo punto negoziabile.

Sostenere un nuovo governo guidato da Conte: così facendo otterrebbe sicuramente maggiore influenza, per esempio sul piano da predisporre per accedere al Recovery Fund, e qualche ministero di peso. Ma verrebbe accusata da tutto l’arco politico di aver paralizzato il paese per settimane per una crisi infruttuosa, e per ottenere incarichi e un peso maggiore nel governo. Col rischio di essere continuamente presa di mira da alleati e oppositori e di ridurre ulteriormente i propri consensi in vista nelle prossime elezioni, previste attualmente per il 2023.

Rimuovere Conte e far accettare a PD e M5S un nuovo presidente del Consiglio: Renzi uscirebbe vincitore dallo scontro politico con Conte, dimostrando che non si può fare una maggioranza senza Italia Viva e che la sua strategia ha portato al risultato che auspicava. E oltre a ottenere maggiore influenza nel prossimo governo, depotenzierebbe un potenziale avversario per le future elezioni. Ma al momento sia il Partito Democratico sia soprattutto il Movimento 5 Stelle non sembrano smuoversi dal loro sostegno a Conte, per ragioni diverse. I dirigenti e i potenziali elettori del PD lo apprezzano molto, almeno per ora, mentre nel M5S nonostante qualche subbuglio l’appoggio a Conte è il collante che tiene insieme un partito in crisi ormai da mesi.

Sostenere un “governo istituzionale”: l’altra ipotesi citata da Renzi nella sua conferenza stampa gli garantirebbe una vittoria di immagine, ma diluirebbe il peso di Italia Viva nel nuovo governo. A meno di sorprese sarebbe infatti sostenuto da una maggioranza più ampia del governo uscente: cioè quella che viene chiamata “maggioranza Ursula”, che comprende anche Forza Italia o comunque almeno un pezzo del centrodestra.

– Leggi anche: Cos’è la “maggioranza Ursula”

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