Renzi in Arabia e la vendita di armi. Polemica M5S, Calenda attacca: testimonial di un regime

di Cesare Zapperi

Infuria la polemica social sul viaggio che Matteo Renzi ha fatto in Arabia Saudita, in piena crisi di governo, per una conferenza a pagamento sul ruolo delle citta’ nella creazione di un «nuovo Rinascimento» (che sarebbe la medesima Arabia Saudita, un regime teocratico). Una iniziativa che riaccende i riflettori sul tema della vendita delle armi al paese arabo. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S) nelle stesse ore su Facebook annuncia: «Revocata la vendita di 12.700 bombe all’Arabia Saudita autorizzate nel 2016 da Renzi. Un altro «affare non corrente» che si voleva bloccare? Da pacifista prima ancora che da Sottosegretario di Stato sono estremamente felice del percorso fatto, insieme alla società civile e al Parlamento, per bloccare una vergogna lasciataci in eredità da Matteo Renzi ai tempi del suo mandato da Premier, la maxi commessa da oltre 20.000 bombe all’Arabia Saudita nel 2016, proprio nel momento peggiore della guerra in Yemen». Il sottosegretario accusa Renzi di conflitto di interessi.

La vendita di armi agli arabi

Ne nasce così una disputa tutta politica che ha il viaggio in Arabia Saudita come sfondo. Interviene il sottosegretario uscente Ivan Scalfarotto (Italia viva): «Eppure fu proprio Manlio Di Stefano a venire in aula, nel giugno 2019, a chiedere a nome del Conte 1 il voto per l’embargo solo su bombe di aereo e missili e non sulle altre armi. Con la nostra maggioranza, il mese scorso, si è riparato al grave errore di allora». Con immediata controreplica via Twitter di Di Stefano: «La risoluzione di revoca è a prima firma di Yana Ehm, l’iter è stato gestito da me come delegato e da Luigi Di Maio come ministro, l’approvazione finale è stata di Giuseppe Conte». «Tutti nomi – sottolinea Di Stefano – espressione del M5S. O vivi di manie di protagonismo come il tuo leader o sei molto confuso. ArabiaViva».

Il video del viaggio

Quanto al viaggio in Arabaia, nel video che spopola sulla rete si vede il colloquio che il leader di Italia viva ha intrattenuto con il principe Mohammed bin Salman che è oggetto di vivaci, e talvolta, pesanti discussioni. Duro l’attacco di Carlo Calenda: «Ritengo inaccettabile che un senatore della repubblica pagato dai cittadini vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi».

L’incontro con il principe

Nelle immagini si vede Renzi molto onorato di essere ospitato nel paese arabo (per conferenze retribuite migliaia di dollari). «È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammed bin Salman» dice al suo interlocutore. E poi: «Ci sono le condizioni affinché l’Arabia possa diventare il luogo per un nuovo Rinascimento».

«Arabia, luogo del nuovo Rinascimento»

Renzi esordisce così davanti al principe ereditario saudita, durante un confronto organizzato dal «FII», think tank del fondo sovrano saudita.

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