Renzi, nel mirino due ministri: ora discontinuità nel governo
di Maria Teresa Meli
Dunque, Roberto Fico, proprio come aveva chiesto ieri al Presidente della Repubblica Matteo Renzi, che infatti mostra di gradire la decisione di Sergio Mattarella: «È una scelta saggia». Un altro giro di consultazioni è quello di cui il leader di Italia viva ha bisogno per piazzare le sue pedine e fare le sue mosse.
Il Conte ter è sempre all’orizzonte, però secondo l’ex premier c’è il tempo per trovare l’intesa su un altro nome o per porre delle condizioni stringenti al presidente del Consiglio dimissionario. La parola d’ordine è «discontinuità» perché, ripete Renzi, «io non ce l’ho con Conte anche se lui ha posto un veto su di me quando pensava di trovare un bel gruppo di responsabili».
Già, il problema del premier per il leader di Italia viva è un altro: il senatore di Scandicci è stufo di veder derubricato il braccio di ferro con l’inquilino di palazzo Chigi a un problema personale, a uno scontro tra caratteri: «Il governo — ripete ai suoi Renzi — è caduto sulla sua incapacità di fare le cose». È su questo che l’ex premier se ne è andato, «non perché a me sta antipatico Conte e io sto antipatico a lui».
Del resto non bisogna scordare che il leader di Italia viva nell’agosto del 2019, quando stava ancora nel Pd, ha lanciato l’attuale governo accettando di stare in maggioranza con i grillini con cui aveva litigato ferocemente fino al giorno prima. Perciò rifiuta la vulgata che lo vuole contro Conte per «un fatto personale». E infatti si tiene tutte le strade aperte come dimostrano le accomodanti dichiarazioni di ieri di Ettore Rosato: «Noi non abbiamo posto veti a Conte. Ci sono tutti i presupposti per fare un buon lavoro», spiega il vice presidente della Camera. Che poi plaude alla repentina inversione di marcia dei grillini che nel giro di meno di 48 ore sono passati da «giammai con Renzi» a «non ci sono veti nei confronti di Iv»: «Le parole dei 5 Stelle vanno in direzione delle richieste di Italia viva, c’è la volontà di costruire una maggioranza politica seria, Si può varare un programma di fine legislatura».
Dunque Matteo Renzi non scopre le sue carte ma si siede al tavolo delle trattative. Il leader di Italia viva sa che ora deve puntare tutto sui programmi e sulla qualità del governo. Da Iv dicono che sono tre i nomi nel mirino: il super commissario Domenico Arcuri, il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il titolare del dicastero dell’Economia Roberto Gualtieri. Anche in questo caso niente di personale, ma secondo Italia viva la gestione della pandemia e della politica economica hanno mostrato delle lacune profonde. Per il partito di Renzi, che pure ha già contribuito a cambiare il Recovery plan, si può fare di più. Quanto alla giustizia, quello è stato sempre terreno di dissidio tra Italia viva, Conte e i 5 stelle.
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