Covid e vaccino, ecco quale cura può renderci davvero immuni
JOHNSON & JOHNSON
Si tratta di un vaccino monodose e i risultati che sono stati resi noti fanno ben sperare. Negli studi condotti negli Stati Uniti, l’efficacia si attesta attorno al 72%, mentre in quelli che hanno coinvolto volontari di altri continenti e in presenza di più varianti la capacità di proteggere dal Sars Cov 2 scende al 66%. In Sud Africa, dove circola la mutazione del virus cosiddetta B.1.351, è stata osservata un’efficacia del 57%. In particolare, gli studi sono stati condotti in otto Paesi. La maggior parte dei volontari (il 44%) proveniva dagli Stati Uniti, il 41% dall’America centrale e meridionale e solo il 15% dal Sud Africa. Nella sperimentazione sono stati coinvolti per poco più di un terzo anche ultra 60enni. Entro fine giugno, la multinazionale dovrebbe distribuire 100 milioni di dosi agli Usa. All’Unione europea dovrebbero arrivarne 200milioni entro la fine dell’anno. E altrettante dosi saranno destinate ai Paesi in via di sviluppo già da dopo giugno.
Vaccino Johnson & Johnson efficace al 66 %: «Funziona anche contro varianti»
SPUTNIK
Anche la Russia sembra avere messo a punto un vaccino che dimostra di avere una buona efficacia. È stato realizzato dall’Istituto Gamaleya, ma per il momento non si conoscono i dati finali della fase 3. L’unico dato certo è che il vaccino è basato su vettore adenovirale non replicante. L’Ema ha però fatto sapere di aver avviato un iter per saperne di più e per valutare se il prodotto farmaceutico russa rispetta gli standard europei. Se venisse autorizzato anche all’uso nel nostro continente, potrebbe dare manforte per la fornitura delle dosi, tuttora insufficienti per il fabbisogno dei Paesi. La Russia ha offerto di garantire all’Europa una fornitura da 100 milioni di dosi. L’Ungheria è stato il primo Paese ad approvarlo senza aspettare l’autorizzazione dell’agenzia regolatoria europea.
IL MESSAGGERO
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