Sì ad AstraZeneca ma ora mancano 300mila dosi: il piano è da rifare

Nella speranza che questo avvenga, bisogna ora capire chi si dovrà vaccinare con la new entry. AstraZeneca, dimostrando un’efficacia di circa il 60% negli studi clinici, ha ottenuto ieri l’autorizzazione dell’Ema per la fascia di età dai 18 anni in su, senza escludere, come si era pensato nei giorni scorsi, le persone più anziane. Ma nella relazione, i tecnici hanno avvertito che «non ci sono ancora abbastanza risultati nei partecipanti più anziani (oltre i 55 anni) per fornire una cifra per quanto bene funzionerà il vaccino in questo gruppo. Tuttavia, è prevista protezione, dato che una risposta immunitaria è stata osservata in questa fascia di età». Per questa scarsità di dati, conclude l’Ema si aspetta «più informazioni dagli studi in corso, che includono una percentuale maggiore di partecipanti anziani». La decisione dell’ente regolatorio europeo è dunque sibillina e lascia spazio a interpretazioni che solo Aifa può dissipare. Il dossier sul vaccino sarà infatti analizzato oggi dalla Commissione tecnico-scientifica e potrebbe essere approvato senza aggiungere indicazioni oppure ci potrebbero essere cambiamenti per l’età dei soggetti a cui sarà somministrato in vaccino. In Germania, per esempio, limiteranno l’uso alle persone sotto i 65 anni. E l’Aifa potrebbe seguire la scelta tedesca in mancanza di dati certi della sperimentazione sulla terza età.

Ma in attesa di chiarimenti, gli scenari per oltre tre milioni di dosi in arrivo a febbraio, sono due: o usare queste fiale per proseguire la copertura vaccinale degli ultraottantenni. Oppure cambiare completamente prospettiva e usare questa copertura vaccinale per italiani più giovani ma a rischio contagio. E, dopo gli ospedalieri e i medici di base, spuntano gli insegnanti, adulti più a contatto con la categoria degli asintomatici, cioè gli adolescenti. Se Aifa indicasse il vaccino AstraZeneca solo per gli over 65enni, si potrebbero vaccinare tutti i docenti di cui la metà ha più di 50 anni e 17% ha più di 60 anni. Nella classifica dei papabili per AstraZeneca, ci sarebbero anche le forze dell’ordine e i dipendenti dei trasporti pubblici e dei servizi essenziali, senza dimenticare le guardie carcerarie e chissà, forse pure i detenuti.

IL GIORNALE

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