Per uscire dalla crisi serve lo spirito del ‘46 con un governo di tutti

Nessuna parte può rivendicare l’esclusiva delle cose che andranno fatte, per la semplice ragione che di fronte alla pandemia (che riguarda tutti) e alle scelte di politica economica (che riguardano i prossimi decenni) nessuna parte (in assenza di legittimazione popolare) ha più diritto degli altri di ipotecare il futuro degli italiani. Come sappiamo il Recovery Plan si chiama anche Next Generation Eu. E dunque anche Next Generation Italy. Prospetta una vera e propria fase costituente (o ricostituente) economica. L’ultima chiamata per un paese al collasso.

Qualcuno si è domandato cosa avrebbero fatto i Padri costituenti (continuamente evocati e giustamente osannati) in una situazione del genere? Quei costituenti spaccati da divisioni ancora più radicali persino di quelle agitate (un po’ opportunisticamente) oggi, tra cosiddetti europeisti e sovranisti? Nel 46 c’era in gioco molto di più. L’italia poteva diventare un satellite dell’Unione Sovietica o collocarsi nelle democrazie liberali. Eppure allora, di fronte a scelte che avrebbero riguardato la Next Generation Italy (perché questo significa fare una Costituzione), le pregiudiziali caddero e il diavolo e l’acqua santa si sedettero allo stesso tavolo. Chissà se qualcuno dei nostri leader che si vantano, tutti, di avere a cuore il bene del paese ci abbiano pensato in queste ore?

Per decenni abbiamo invocato l’unità nazionale disprezzando la democrazia competitiva quando proprio di quella democrazia competitiva (lo sapeva bene lo stesso Aldo Moro) c’era assoluto bisogno. E adesso che siamo chiamati a rifondare il destino dei prossimi anni, ci occupiamo della conta dei responsabili. Mettendo in difficoltà un presidente della Repubblica che, dal primo giorno, ha continuato negli appelli all’unità nazionale e cerca di arginare la foga partigiana pretendendo (perché di più non può fare) che almeno si garantisca al paese una maggioranza degna di questo nome.

L’Italia purtroppo non è né il Regno Unito, né la Francia, né la Spagna, governate da esecutivi legittimati dagli elettori e non è nemmeno la Germania, governata da una grande coalizione proprio perché è mancata quella chiara legittimazione elettorale. L’italia è una democrazia del terzo tipo che anziché ritrovare uno spirito costituente per il futuro della sua economia e quindi della sopravvivenza delle prossime generazioni, si preoccupa di reclutare con metodi discutibili singoli parlamentari affinché una parte – mai investita di legittimazione popolare – possa fare filotto.

IL RIFORMISTA

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