Per l’Italia è l’ultima chiamata
massimo giannini
Persino in questa Italia, avvitata nell’emergenza permanente, l’impensabile diventa forse possibile. Oggi Mario Draghi salirà dunque al Colle. Per ricevere l’incarico e salvare un Paese incagliato nelle secche della pandemia e dell’economia. Al fondo di una crisi di governo degenerata in crisi di sistema, il Capo dello Stato ha trovato la soluzione più forte, più alta, più credibile. Dobbiamo essere grati una volta di più a Sergio Mattarella. In due minuti ha spazzato via due mesi di penose e indecorose camarille di una coalizione esausta. E ha indicato la via più convincente per scongiurare elezioni anticipate e mettere in sicurezza la campagna vaccinale e il Recovery Plan. Ci sarà tempo per riflettere sui vincitori e i vinti di questa partita di Palazzo. Su come sia stato possibile che il principale generatore del problema, cioè Renzi, sia stato anche il più abile a suggerire la soluzione. Su come a sinistra la scelta più “rivoluzionaria” il Pd non l’abbia propiziata ma l’abbia subita, incatenandosi a Conte come “unico punto di riferimento dei progressisti”. Su come a destra l’unico ad agire nell’interesse nazionale sia stato il vecchio Berlusconi. Quello che conta è solo il Paese. Nel totale fallimento della politica, sconfitta ancora una volta dalla tecnica, dobbiamo augurarci che il tentativo Draghi riesca: non vogliamo neanche immaginare che i partiti, dopo la figura meschina fatta finora, possano sfuggire ancora alle loro responsabilità.
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