Mario Draghi, scelta inevitabile. Un governo di salvezza nazionale

di RAFFAELE MARMO

Un tracollo del Pil da economia di guerra. Un disastro occupazionale che ha visto bruciare 100 mila posti di lavoro solo a dicembre, con donne e giovani a pagare il prezzo più elevato. Un Paese allo stremo, senza certezze sui due più potenti fattori di ripresa: il vaccino e il Recovery Plan. La premessa è netta. La conseguenza, altrettanto netta: l’ha tratta esemplarmente il Presidente della Repubblica.

Il nostro Paese ha bisogno qui e ora di un governo di altissimo profilo, di salvezza nazionale, che abbia il più ampio sostegno parlamentare, guidato da un uomo non divisivo, rispettato in Europa e nel mondo: Mario Draghi.

La lunga crisi di questi due mesi non ha fatto altro che mettere in evidenza le debolezze strutturali di una coalizione e di un governo nati, più che per attuare un programma condiviso, per contrastare la possibile vittoria elettorale del centro-destra. L’esplodere della pandemia, con tutto il suo carico di lutti e devastazioni sociali ed economiche, ha prima consolidato il premier Giuseppe Conte, ma ha poi fatto deflagrare tutte le contraddizioni di un esecutivo sempre più lacerato sia nelle risposte da garantire nella gestione dell’emergenza sia in quelle da assicurare nella prospettiva del Recovery Plan.

Matteo Renzi è stato, in questo senso, il detonatore dentro una polveriera nella quale tutti, dai grillini allo stesso Pd, hanno accumulato mine pronte a far saltare in aria l’intero assetto di governo.

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