Draghi ha accettato di formare un governo. Il discorso dopo il colloquio con Mattarella
«Mi rivolgerò al Parlamento, espressione della volontà popolare», ha detto Draghi, dicendosi poi «fiducioso che dal confronto con i partiti e il dialogo con le parti sociali emerga unità», per dare «una risposta positiva» al mandato del presidente della Repubblica.
Draghi si è riservato di «sciogliere la riserva al termine delle consultazioni».
Le consultazioni
Draghi si recherà prima alla Camera e poi al Senato. Ora — come scritto qui — il premier incaricato avvierà una serie di «piccole consultazioni» informali con i rappresentanti dei partiti per capire quali possibilità ci siano di formare una maggioranza. In caso di esito negativo, tornerà da Mattarella e gli comunicherà la rinuncia all’incarico: Mattarella potrebbe affidare l’incarico a un’altra personalità, rinviare il governo dimissionario alle Camere perché ottenga la fiducia o cada in Parlamento (ipotesi piuttosto remota) o sciogliere le Camere e andare a elezioni. In caso di esito positivo, Draghi sottoporrà a Mattarella la lista dei ministri e si dichiarerà pronto a presiedere il nuovo governo. Entro dieci giorni dal giuramento il governo dovrà presentarsi alle Camere.
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