Draghi, il M5S riunito. «No ai tecnici, possibile un altro governo politico». Si valuta il voto su Rousseau

di Emanuele Buzzi e Alessandro Sala

Mario Draghiha ricevuto l’incarico formale per la formazione del nuovo governo. Ma avrà i numeri per la fiducia in Parlamento? Il dibattito è aperto e gli occhi sono puntati soprattutto sul Movimento 5 Stelle, che continua a detenere il «pacchetto di maggioranza» di entrambe le Camere. Se i pentastellati si sfilassero, come sembra probabile, non è detto che l’apporto di Forza Italia e dei centristi — dato per certo — possa essere sufficiente. Ma le posizioni all’interno del M5S non sembrano univoche: in mattinata, proprio mentre Draghi varcava la soglia del Quirinale, fonti interne al Movimento avevano fatto sapere che «la linea di Crimi non è condivisa».

Il M5S si divide?

Linea che lo stesso Vito Crimi, capo politico reggente del Movimento, aveva anticipato ieri sera via Facebook: «Durante le consultazioni avevamo annunciato che l’unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voteremo per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi». Oggi, all’assemblea dei gruppi parlamentari, iniziata attorno alle 15,30, Crimi ha ribadito il concetto, evidenziando che «qualsiasi governo dovrà passare da noi, anche per i soli emendamenti» e che pertanto «è ancora possibile ambire ad un governo politico». Ha inoltre detto che «quella del voto su Rousseau e una ipotesi da non trascurare». E ha aggiunto: «Ovviamente dico ipotesi perché dobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre, votare su una persona soltanto mi sembra riduttivo». Tra i 48 che si erano inizialmente iscritti a parlare all’assemblea, non risultava Luigi Di Maio: una scelta, quella del silenzio, che sembrava lasciare aperte diverse interpretazioni. L’ex leader politico ha infine aggiunto anche il suo nome. La squadra di governo è presente al completo e tra i ministri è stato Stefano Patuanelli il primo a parlare, confermandosi sulle posizioni di Crimi. Il primo a schierarsi, invece, per un sì a Draghi è invece il deputato Filippo Gallinella. Possibilista il sottosegretario uscente, Stanislao Di Piazza: «Ascoltiamo e poi vediamo». Alle 19, in ogni caso, il M5S prenderà parte ad un confronto con Pd e Leu, convocato dal leader dem, Nicola Zingaretti, per valutare se e cosa salvare dell’alleanza uscente (e come).

L’appello dei big

In mattinata Beppe Grillo aveva chiesto l’unità del Movimento, con la conferma della lealtà a Conte. E Alessandro Di Battista, che non ha ruoli parlamentari, aveva invitato deputati e senatori grillini a dire no a Draghi: «Che a votarlo sia l’establishment che lo ha sempre sostenuto». Resta da vedere se il partito resterà compatto. Le dimissioni dal gruppo parlamentare di Emilio Carelli («Il M5S ha perso la sua anima») e il suo annuncio di voler creare un nuovo «contenitore» moderato potrebbe attrarre i pentastellati contrari a un ritorno immediato alle urne, che per molti significherebbe la fine della carriera politica.

Il centrodestra

E gli altri? Un segnale di apertura a Draghi arriva dal centrodestra. Fino ad oggi le posizioni nella coalizione erano state diversificate: dopo aver chiesto con voce sola a Mattarella di prendere in considerazione l’ipotesi di uno scioglimento delle Camere, come risposta al tentativo di varare un nuovo governo Conte, Forza Italia e centristi si erano smarcati dalla linea più intransigente di Lega e Fratelli d’Italia e si erano detti disponibili a valutare il sostegno ad un esecutivo istituzionale o a un «governo dei migliori». Per non rompere l’unità della coalizione, Giorgia Meloni ha proposto agli alleati di «giocare a carte scoperte» e di fare tutti un passo indietro. Ovvero: optare per l’astensione, per permettere a Lega e FdI di non sostenere Draghi e a Forza Italia e ai centristi di non affossarlo. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno comunque detto di volere prima sentire cosa avrà da dire loro il presidente incaricato nelle consultazioni (QUI il resoconto del vertice del centrodestra svoltosi nel primo pomeriggio).

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