Il Palazzo non ha ancora capito perché esce Conte ed entra Draghi

Le ha detto meglio, ma queste sono le cose che ha detto l’altra sera Sergio Mattarella. Abbiamo la promessa di 209 miliardi, ha spiegato, e dobbiamo innanzitutto ottenerli, dobbiamo pensare a come spenderli e non per l’ovetto stamattina ma per la gallina domani, sono la nostra assicurazione sulla vita e tutti quanti devono saperlo, devono rifletterci e dare una mano. E dicendolo, non ha proposto Pincopallo o Ciampolillo alla presidenza del Consiglio, ha proposto Mario Draghi, l’uomo più competente, più autorevole e con la più solida reputazione internazionale di cui oggi disponiamo.

Per cui adesso, per un annetto o due, possiamo anche fare una pausa. A giocare agli antifascisti, agli anticomunisti, agli onesti, agli irriducibili rivali dei poteri forti, a quelli che non si piegano e non si spezzano, siamo sempre in tempo a ricominciare più avanti. 

Ps. La mezza apertura a Draghi di poco fa da parte di Conte, un po’ attento a non dispiacere al Quirinale, un po’ attento a piacere ai cinque stelle, un po’ attento a tenere aperta davanti a sé (ma solo a sé) la porta del futuro, è solo l’ultimo degli indizi.

L’HUFFPOST

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