Covid, varianti «più letali del 40%». In arrivo le prime zone rosse
di Mauro Evangelisti
ROMA In uno spicchio di Abruzzo, tra le province di Pescara e Chieti, sono già stati rilevati 107 casi (dato parziale, potrebbero essere di più) della variante inglese del coronavirus, la B.1.1.7. Sempre nel centro Italia, si attende l’esito della verifica dell’Istituto superiore di sanità di 44 tamponi, ma c’è il forte sospetto che sia presente la variante brasiliana o una con caratteristiche simili. Non si esclude che la mutazione abbia portato a una variante autoctona: la Regione Umbria vuole fare degli approfondimenti. Da giorni gli ospedali di Chieti e di Pescara hanno esaurito i posti e devono inviare i pazienti all’Aquila. Allo stesso modo, a Perugia c’è un incremento dei contagi anomalo, che non avviene nella vicina provincia di Terni.
Alto Adige in lockdown da lunedì: boom di casi, timori per variante inglese
Il caso Umbria
Per
capirci, viaggiando lungo la E45, a Terni l’incidenza è di 83,1 infetti
ogni centomila abitanti su base settimanale, a Perugia è 273,3. Quasi
un mistero. Questi primi dati sono stati illustrati ieri pomeriggio, nel
corso della riunione del Comitato tecnico scientifico, dal presidente
dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e dal dirigente
Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza. Bisogna
intervenire. I membri del Cts hanno concordato e hanno chiesto di
incrociare questi primi numeri con quelli del report della cabina di
regia (le pagelle settimanali che determinano i colori delle Regioni)
che saranno completati e analizzati oggi. Appare molto probabile
l’individuazione di due zone rosse, non su base regionale, ma locale:
una in provincia di Perugia, l’altra ai confini delle province di Chieti
e Pescara.
C’è il timore che ciò che si sta vedendo in Abruzzo e in Umbria sia solo l’anticipazione di ciò che sta arrivando nel resto d’Italia. Intanto, l’Alto Adige dà lunedì va in lockdwon, perché c’è un incremento dei contagi. Eppure, in parallelo ci sono nel Paese anche dati contrastanti e, in parte, inspiegabili. In Veneto il presidente Luca Zaia ha parlato di un crollo dei contagi quasi misterioso. In generale, l’Rt (l’indice di trasmissione) resta ben al di sotto del livello critico di 1; dal Veneto al Lazio, anche i valori delle Regioni sono stabili se non in miglioramento.
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