Lo sprint di Draghi: sì a ministri-politici. “Una sfida difficile”
Il «perimetro» non è così complicato da spiegare. Scontato il sì di gran parte dei parlamentari della vecchia maggioranza Pd-Cinque Stelle-Italia Viva-Leu, scontato l’appoggio di Forza Italia (oggi per suggellarlo arriverà dal rifugio anti-Covid in Costa Azzurra il Cavaliere), scontato il probabile no di Giorgia Meloni, resta da capire invece se nel governo Draghi ci sarà la Lega. Claudio Borghi, ispiratorie (con Alberto Bagnai) della politica economica del Carroccio, spiega che le condizioni sono tre: «Niente aumenti delle tasse, soprattutto sulla casa, niente strette alle pensioni, una qualche prospettiva su quanto debba durare questo governo». Se Draghi sarà in grado di convincere Salvini, allora la Lega sarebbe persino disponibile a esser dentro con suoi ministri. «O dentro o fuori», dice Borghi. Nel partito convivono due anime e l’ex sottosegretario di Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti è il più grande sostenitore del sì: «Senza di noi il governo Draghi sarebbe zoppo». Inutile dire che al riparo da taccuini e telecamere si parla molto anche di poltrone, di quelle dei ministri (da decidere ora) e di quelle che a primavera andranno rinnovate nelle più importanti aziende pubbliche. Poiché Draghi alla bisogna è capace di trattare come qualunque politico, per prudenza non si sbottona. Ha fatto capire che a certe condizioni potrebbe accettare nella squadra qualche esponente di partito. Non molto di più. La squadra dovrà essere snella e non potrà essere fatta col manuale Cencelli. Il modello resta quello del governo Ciampi nel 1993. Le dichiarazioni del premier uscente Conte: “Ho sempre lavorato per il bene del Paese, auspico un governo politico che sia solido per poter operare scelte politiche”
Per trovare una soluzione ci vorrà ancora qualche giorno, forse un nuovo giro di incontri con i partiti. Gli investitori sono convinti che un perimetro sufficientemente ampio si troverà. Altrimenti non si spiegherebbe perché ieri per qualche ora lo spread sui titoli di Stato fra Btp e Bund è sceso sotto la soglia psicologica dei cento punti, un livello che non toccava da cinque anni. Governo, Sgarbi: “Draghi ha fatto un discorso di grande seduzione. È un uomo che ragiona e che pensa al lavoro”
La lista delle questioni che aspettano Draghi sul tavolo di Palazzo Chigi sono così tante e complesse che i distinguo dei partiti fanno sorridere. Nell’ordine le più importanti: presentazione formale del Recovery Plan, approvazione del decreto ristori (vale 32 miliardi di euro), un decreto per aggiornare le restrizioni anti-Covid (in gioco la riapertura degli impianti da sci), proroga del blocco dei licenziamenti in scadenza a fine marzo (i sindacati la invocano), acquisto (da parte di Cdp) delle quote di Autostrade, rete unica Tim-Open Fiber, ricapitalizzazione di Alitalia, già nel mirino di Bruxelles per i precedenti aiuti.
LA STAMPA
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