“Conte, Draghi e la data del voto”. Tutte le “profezie” di Cacciari
La sinistra che rapporti dovrà avere con Renzi?
“Lo lasceranno al suo destino. Renzi non è più un problema. Voterà sicuramente Draghi, non costituirà nessun problema per il nuovo governo e non ne farà parte. Sparirà dai radar. Dovrà inventarsi qualcos’altro per riapparire”.
Le elezioni, secondo lei, quando si terranno?
“Lo sappiamo benissimo che quest’anno non si voterà, Mattarella l’ha spiegato con precisione scientifica. Secondo me si andrà a votare dopo l’elezione del presidente della Repubblica, a giugno oppure ottobre del 2022”.
E Draghi potrebbe diventare Capo dello Stato?
“Se avrà un grande consenso nell’azione di governo che intraprenderà, sì. Sarebbe anche molto logico”.
Ma avere un banchiere a Palazzo Chigi non è un’anomalia?
“Dini, Ciampi, di fatto anche Monti, abbiamo avuto tanti premier provenienti da Banca d’Italia. Draghi è il quarto e questa è la testimonianza di una crisi radicale di ceto politico. La cosa più comica, in questi giorni, è che questi politici, che hanno clamorosamente fallito tutti, dicono che Draghi deve formare un governo politico perché i problemi da affrontare sono politici. Sono vergognosi. Ormai mancano di senso comune del pudore. Ma cosa avete fatto finora? Non erano governi politici quelli che ci sono stati finora? E la situazione è questa… È incredibile e pazzesco che tutti, da destra a sinistra, non si siano resi conto del loro crollo”.
Che futuro politico prevede per il M5S?
“Dipende. Bisognerà vedere se accolgono ‘la prospettiva Conte’ di costruire un’intesa vera col Pd oppure se tornano all’opposizione e al ‘vaffanculo’, come molti di loro vorrebbero, allora cambia completamente lo scenario. Il M5S finalmente dovrà decidere cosa vuole essere da grande. Il M5S nasce su un’onda demagogico-populistica intercettando voti dappertutto. Ora, dopo l’esperienza di governo complessa, prima con la Lega e poi col Pd, c’è Conte che ha detto chiaramente sì a un’alleanza strategica col Pd. C’è chi dirà sì e chi dirà no e si divideranno oppure vincerà una delle due correnti. Ma è chiaro che non potranno restare così come in questo governo con metà partito che continua a sproloquiare e metà a governare”.
E la Lega cosa farà?
“La Lega non può fare la guerra a Draghi, assolutamente. Credo che alla fine si asterrà anche perché la Lega è l’unico partito in Italia che ha forza, ossia ha un autentico radicamento sociale nelle Regioni chiave di questo Paese, il Nord. Non ha qualche voto d’opinione raccattato un po’ a caso. La Lega è l’unica forza politica, tutto il resto oggi c’è e domani non c’è più. Certamente, poi, appoggiare Draghi servirà a Salvini per far capire all’Ue che lui è una persona di cui un domani ci si può fidare. Anche se non gli piace, sarà costretto dai Giorgetti, dagli Zaia e dai governatori che devono gestire le Regioni chiave di questo Paese”.
IL GIORNALE
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