Una vita da garante
di Massimo Gramellini
Non dev’essere poi così male fare il politico per hobby come Beppe Grillo. Un giorno ti fai vedere e nei cinquecento successivi sparisci nella blogosfera, evitandoti la seccatura di sedare liti, sintetizzare sproloqui, mediare tra Di Maio e Conte e tra Di Battista e il suo specchio.
Di mestiere Grillo continua a dedicarsi a tutt’altro. Ma nel tempo libero, invece di giocare a tennis o innaffiare gerani, ridiventa lo gnomo del destino. Un leader carsico.
Nei rari giorni in cui si fa veramente la Storia, spinge di lato Di Maio e Conte, trattandoli da comparse, e come se niente fosse si riprende il centro della scena.
Oggi è uno di quei giorni e sfido chiunque, ancora una decina d’anni fa, a immaginare un incontro decisivo per le sorti del Paese tra Mario Draghi e Beppe Grillo, agli antipodi anche come esponenti del mondo favolistico animale, senza mettersi a ridere o chiamare un’ambulanza: le probabilità di un simile evento sarebbero apparse le stesse di una cena a lume di candela tra Vito Crimie Charlize Theron.
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