L’incarico a Draghi? Sì del 60% degli italiani

Quanto ai pronostici degli italiani, le opinioni sono molto frammentate. E al 34% che non è in grado di fare previsioni si aggiunge il 12% che ritiene che il tentativo di Draghi fallirà e si andrà a nuove elezioni, nonostante il messaggio fermo ed estremamente chiaro del presidente Mattarella che ha ritenuto di mettere in guardia rispetto ai rischi di tale eventualità nel contesto attuale.

Ma come valutano gli italiani i protagonisti di questa fase politica? Le opinioni dipendono non solo dalla loro visibilità e dalle posizioni avute nella crisi politica, ma anche dal giudizio pregresso sui singoli leader, quindi indipendentemente dal ruolo assunto nelle ultime settimane.

Conte prevale nella graduatoria di coloro che ne escono meglio (viene citato dal 28%), seguito da Meloni (10%) e Salvini (9%), quindi Zingaretti e Renzi appaiati al 5%, Fico (4%), Berlusconi (3%) e Di Maio (2%). Uno su tre (35%) non indica alcun esponente che si sia distinto positivamente, e questo la dice lunga su come stiano vivendo la situazione.

Nella graduatoria tra chi è uscito peggio Renzi prevale nettamente (viene menzionato da quasi un italiano su due), seguito da Conte (12%), Salvini e Di Maio (7%), Zingaretti (4%), Meloni (2%), Berlusconi e Fico, entrambi con l’1%, mentre il 18% non ne indica nemmeno uno.

Qualora il tentativo di Draghi andasse in porto, una delle principali sfide sarà costituita dal Recovery plan e a questo proposito abbiamo voluto rilevare il giudizio sul Piano nazionale di ripresa e resilienza messo a punto dal governo uscente. Ebbene, l’importanza attribuita ai sei temi specifici considerati è decisamente elevata, a partire dal capitolo della salute (62%), seguito dall’istruzione e ricerca (56%), da inclusione e coesione (50%). I restanti tre capitoli (ambiente, innovazione e competitività, infrastrutture) sono giudicati molto rilevanti da quasi un cittadino su due. Ma la vera scommessa per il (possibile) prossimo esecutivo sarà sull’atteggiamento che verrà assunto dalle forze che comporranno la maggioranza. Se prevarranno logiche di parte, la rivendicazione di «questioni irrinunciabili» e i veti incrociati, il Paese non andrà molto lontano. L’auspicio è che prevalga quella ricerca di «compromessi alti» che ha consentito all’Italia di uscire dai momenti più drammatici della sua storia, dal secondo dopoguerra alla «concertazione» di Carlo Azeglio Ciampi, con il quale come è noto il presidente incaricato ha a lungo collaborato.

CORRIERE.IT

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