L’Italia resta gialla, ma indice Rt su in 13 regioni. Polemica sulla riapertura serale dei ristoranti
francesco grignetti
Altro che riaprire i ristoranti alla sera, come chiedevano in tanti. Il comitato tecnico-scientifico dice di no. E se qualcuno ha equivocato sulle parole usate dal Cts, arriva a sera una nota definitiva: «Una rimodulazione complessiva dei pacchetti di misure potrebbe modificare l’efficacia nella mitigazione del rischio».
Fosse per i tecnici, chiuderebbero tutto di nuovo. Dice il professor Walter Ricciardi, il consulente del ministro della Salute: «Questa è la quiete prima della tempesta. Auguro a tutti di godersi questo week-end, ma è sbagliato riaprire e non nascondo la mia preoccupazione». Si riferisce al fatto che questo sarà il primo week-end con tante regioni in zona gialla e quindi libertà di movimento tra i comuni, ma non tra le regioni. Si temono affollamenti. Sono previsrti dunque controlli straordinari.
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I numeri del monitoraggio settimanale rilasciati dalla Cabina di regia sembrano tranquillizzanti. La diffusione del contagio pare stabile. Eppure. «Si osserva – scrive la cabina di regia – un lieve generale peggioramento della epidemia con un aumento nel numero di regioni o province autonome classificate a rischio alto (sono Bolzano, Umbria e Puglia; era solo una la settimana scorsa) e con la riduzione delle regioni a rischio basso (7 contro 10)». L’indice di contagio Rt sale in ben 13 regioni.
Ci sono grandi differenze anche negli ospedali. «Complessivamente – scrive la cabina di regia – il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione». Così anche per i ricoverati in aree mediche. Ma a ben guardare, ci sono «forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive». Le terapie intensive sono oltre la soglia critica in 7 regioni.
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