L’Italia resta gialla, ma indice Rt su in 13 regioni. Polemica sulla riapertura serale dei ristoranti

Tutto questo è un segnale di allerta. «Richiede grande attenzione», si raccomanda il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro.

L’incubo sono le varianti virali. E allora se la mappa dell’Italia si appresta a cambiare, con la Sardegna che da arancione diventerà gialla, la provincia di Bolzano che torna in rosso, Sicilia, Puglia e Umbria ancora in arancione, ci si deve attendere soprattutto una serie di chiusure a livello comunale.

In Umbria, ad esempio, dove sono stati individuati 18 casi di variante inglese, 12 di variante brasiliana, e 3 mutazioni, la governatrice Donatella Tesei, per scongiurare il lockdown dell’intera regione, isolerà quanto prima una serie di Comuni, in particolare dalle parti del Trasimeno. Il lockdown è stato deciso anche dal governatore della Toscana, Eugenio Giani, per un comune di confine, Chiusi.

L’affacciarsi della variante brasiliana spaventa. «Averne identificato prontamente la circolazione – si è complimentato con la sanità umbra il direttore generale ministeriale Giovanni Rezza – è molto importante, non solo per la regione, ma per tutta Italia. La variante brasiliana può comportare problemi dal punto di vista dell’efficacia della risposta vaccinale. Non la annulla, ma può ridurla».

Secondo Ricciardi, stiamo scherzando con il fuoco. «È illusorio pensare che quanto sta accadendo negli altri Paesi non accadrà qui da noi. La variante inglese è molto contagiosa». Secondo l’esperto, «anche riaprire i licei in presenza è stato un errore. Devo mettere in guardia tutti. Tra 3 settimane il virus ci presenterà il conto».

In Umbria come in Campania, si è scoperto che il virus sta attaccando anche i più piccoli. «Vediamo un aumento nelle fasce scolastiche, soprattutto 6-11 e 11-13», dice Claudio Dario, direttore generale alla Sanità per l’Umbria. E il governatore Vincenzo De Luca è pronto ad andare allo scontro con i comitati delle famiglie No Didattica a distanza. «Complessivamente – afferma De Luca – nel periodo 25 gennaio-4 febbraio registriamo in Campania 2.280 nuovi positivi del mondo della scuola, docenti, non docenti, ragazzi, ragazze, bambine e bambini» .

LA STAMPA

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