Governo Draghi, le ultime notizie. Oggi le consultazioni con Salvini e Grillo
Si chiude oggi
il primo giro di consultazioni del presidente del consiglio incaricato,
Mario Draghi. Dopo avere incassato il sostegno quasi incondizionato di
Pd e Forza Italia (entrambe le forze politiche hanno annunciato l’invio
di propri dossier sul programma), nonché dei centristi e anche di Leu,
seppure con malumori all’interno dello schieramento (QUI il resoconto della giornata di ieri),
oggi il confronto è con la Lega di Matteo Salvini e con il M5S, che per
l’occasione torna ad essere guidato da Beppe Grillo. Nella giornata di
ieri il solo no netto al premier in pectore era arrivato da Giorgia
Meloni che ha ribadito l’intenzione di tenere Fratelli d’Italia
all’opposizione. «Come potrei altrimenti essere credibile per i miei
elettori?» ha spiegato, tra l’altro, nell’intervista a Paola Di Caro.
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Ore 13.40 – Il M5S: «Al Paese serve subito un governo»
«Al
Paese serve un governo il prima possibile per varare le misure
necessarie a fare fronte alla situazione. Se nascerà un esecutivo noi ci
saremo con lealtà». Lo ha detto il capo politico reggente del M5S, Vito Crimi,
dopo l’incontro con Mario Draghi. «Il nostro obiettivo è portare al
centro i temi» ha precisato, spiegando che la presenza del Movimento
nell’esecutivo che sarà chiamato a gestire il recovery plan sarà anche
la garanzia del fatto che quei fondi possano essere utilizzati in
maniera corretta e onesta. Il portavoce pentastellato ha anche elencato
tutta una serie di punti programmatici, da quelli legati alla
sostenibilità ambientale al mantenimento del reddito di cittadinanza,
che sono stati presentati a Draghi come essenziali per il coinvolgimento
del Movimento. Crimi ha inoltre riferito che da parte di Draghi c’è
stata «la consapevolezza di partire con l’umiltà di chi accoglie quanto
fatto prima».
Ore 13.35 – L’imbarazzo di Pd
L’ingresso della Lega nel governo Draghi provoca grande imbarazzo nel
Pd. Del resto la delegazione dem ,che ieri aveva incontrato il
presidente del Consiglio incaricato, non aveva fatto mistero di nutrire
molte perplessità a riguardo. Ed è per questa ragione che Nicola
Zingaretti sta valutando l’opportunità di votare la fiducia
all’esecutivo presieduto dall’ex presidente della Bce , senza però far
entrare i ministri dem nella compagine governativa. Una sorta di
appoggio esterno che non si realizzerebbe con l’astensione, bensì con
una via libera a Draghi, che però non comporterebbe l’ingresso nel
governo di dirigenti del Pd. Sarebbe un modo per cavarsi d’impaccio. A
favore di questa linea del segretario uno dei grandi padri nobili del
Partito democratico, ovvero sia Goffredo Bettini. Molto perplessi su
questa operazione i franceschiniani e una parte della componente «Base
riformista». “Già abbiamo sbagliato a schierare il partito sulla
posizione o “Conte elezioni”, pur sapendo che non avremmo potuto dire di
no a Sergio Mattarella, evitiamo di fare altri errori”, dicono. Una
decisione non è ancora stata presa, anche perché una scelta così gravida
di conseguenze dovrà essere discussa negli organismi direttivi del Pd.
Se nei dem le tensioni prodotte da due differenti visioni della gestione
della crisi finora erano rimaste sopite, adesso invece rischiano di
esplodere. (Maria Teresa Meli)
Ore 13.00 – Attesa per l’uscita dei Cinque Stelle
C’è
attesa per l’uscita della delegazione dei 5 Stelle dal confronto con
Mario Draghi. Lo slot a disposizione termina ufficialmente alle 13.15,
ma l’incontro è iniziato più tardi del previsto per un ritardo
nell’arrivo dei grillini. Con questo confronto si chiuderà il primo giro
di consultazioni del premier incaricato. Primo perché è già previsto un
secondo confronto con le forze politiche, la prossima settimana,
preceduto dall’incontro con le parti sociali.
Ore 11.40 – Salvini: «Confronto stimolante, da noi niente veti»
Uscendo dall’incontro con Draghi, Matteo Salvini ha parlato di «confronto stimolante sui temi» e si è detto «in sintonia» con il premier incaricato «sullo sviluppo del Paese». È poi tornato a sottolineare che «la Lega non pone condizioni o veti» e che «il bene del Paese è superiore agli interessi personali». Incalzato dai giornalisti, il leader della Lega ha evitato di dire subito se il suo partito — che pure ha definito «a disposizione» —, sosterrà oppure no un esecutivo Draghi: «Abbiamo sentito l’inizio di un percorso interessante. La settimana prossima ci siamo impegnati a entrare nel merito, per cui non possiamo dire oggi un sì o un no». In ogni caso, Salvini è tornato a ribadire che dal Carroccio arriverà, se arriverà, solo un’adesione piena: «La Lega non sarà per il forse, se sarà sì sarà un sì convinto e saremo partecipi, non staremo alla finestra. Se non ci saranno le condizioni, allora sarà un giudizio diverso. Ma io penso che stiamo dimostrando lealtà e serietà». E ancora: «Visto che si deciderà come spendere i 209 miliardi dell’Europa, preferisco essere dentro la stanza e fare in modo che vengano spesi bene, anziché restare fuori».
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