Ecco come l’effetto Draghi dalla Borsa può trasferirsi sui risparmiatori

L’effetto Draghi per ora si sta vedendo solo a Piazza Affari e sullo spread Btp e Bund, sceso per la prima volta sotto quota 100 punti base dal 2016. Ma ben presto potrebbe vedersi anche nelle tasche degli italiani. Qualora la formazione del nuovo esecutivo diventasse realtà, i benefici si potrebbero diffondere anche sui risparmiatori. Uno spread a quota 50 punti base, infatti, vale ogni anno circa 1,5 miliardi di euro di oneri in meno. E la rinnovata credibilità del governo italiano, impegnato nell’adozione del Recovery Fund, potrebbe attrarre nuovi investimenti, utili per rilanciare l’economia italiana.

Il clima è quello di un cauto ottimismo. Non è chiaro se Mario Draghi riuscirà a creare una squadra di governo funzionale a un utilizzo virtuoso dei fondi del programma Next Generation Eu, ma se così fosse il risultato sarebbe quello di un significativo sospiro di sollievo per il Paese. Non solo sul fronte della sicurezza di una buona sostenibilità futura del debito pubblico italiano, ma anche sui vantaggi per i cittadini che detengono titoli di Stato, che sarebbero rivalutati dagli investitori internazionali. In altre parole, come ha sottolineato la banca d’investimento statunitense J.P. Morgan, un impatto su tutta la linea. Specie perché, se si consolidasse il rally verificatosi nella settimana corrente a Borsa Italiana, specie sul settore bancario, si potrebbe innescare una girandola positiva anche per i portafogli degli azionisti che hanno puntato sull’Italia. Stesso dicasi per i detentori dei Piani individuali di risparmio (Pir), gli speciali fondi d’investimento che puntano sulle Piccole e medie imprese (Pmi). Dopo le fatiche burocratiche iniziali, i rendimenti potrebbero giovare del combinato disposto tra governo Draghi e Recovery Plan coscienzioso e lungimirante. Il tutto ad appannaggio della clientela retail.

«La formazione di un governo a guida Draghi vale a nostro giudizio un restringimento dello spread di 20/25 punti base». Spiega così Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management. Il quale guarda oltre. «L’effetto annuncio e i progressi di due giorni fa hanno già provocato una compressione di 15 punti base fra mercoledì e giovedì», afferma Delitala. Ma si potrebbe ancora migliorare in modo progressivo, passo dopo passo. «Un’ulteriore compressione di 20 punti base sarebbe possibile sui progetti presentati e approvati dalla Commissione Europea contestualmente a credibili riforme strutturali su P.A., pensioni e giustizia presentate nei prossimi mesi”, dice il gestore di Pictet. In questo modo, il differenziale del Btp decennale contro bund tedesco di pari entità potrebbe comprimersi dai 100 punti base attuali a 70 punti base, non lontano da quello fra il bund e i Bonos spagnoli.

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