Il quartiere Coppedé di Roma e i suoi simboli massonici

Dadi gallo e calice
Dadi gallo e calice

Coppedé sceglie invece spesso una strana asimmetria “inversiva”, a tratti quasi escheriana, densa di stilemi provenienti da civiltà precristiane e/o mediorientali, egizie, assiro-babilonesi in un coro di voci disomogenee che pare ripetere all’unisono solamente un “NO”: no a Cristo, no alla Chiesa di Roma, no alla sua nobiltà (stemmi medicei), no alle sue tradizioni, tanto che sul Villino delle Fate vi sono paesaggi fiorentini e una scritta, “Firenze bella”, che suona proprio come uno sberleffo.

Il Palazzo al civico 2
Il Palazzo al civico 2

Del resto, la Massoneria nacque nel 1723 e presto assunse un marcato carattere antireligioso, anticristiano e anticlericale. Per questo motivo, nel corso dei secoli si guadagnò ben tre scomuniche in diverse bolle ed encicliche, ma ciò non le impedì di attingere con estrema dovizia alle simbologie cattoliche rovesciandone però il significato.

Nel quartiere Coppedé questa inversione emerge curiosamente nel caso di una mattonella a finto mosaico incastonata sulla parete di quello che oggi è il Liceo “Avogadro”: tre dadi e un gallo che impone la zampa su un calice. Mentre nella cultura cristiana i tre simboli rimandano alla Passione di Gesù (i dadi con cui i soldati romani si giocarono la Sua tunica), alla Risurrezione (gallo come annuncio del sole di Cristo) e al calice eucaristico, in ottica massonica il dado rappresenta la pietra squadrata più semplice, quindi il muratore novizio, che raggiunge l’illuminazione fino a dominare la conoscenza (il Graal).

Dadi gallo e calice
Dadi gallo e calice

Molto più evidente è quanto caratterizza il Palazzo del civico 2: una possente strombatura dorata si dice ispirata alle scene del film Cabiria (1914) sormontata da due enormi colonne senza alcuna funzione statica. Esse rievocano Boaz e Yakin le due colonne di rame del tempio di Salomone: un simbolo ricorrente nella massoneria e nell’architettura dei templi delle logge massoniche, secondo una tradizione che viene fatta risalire alla figura leggendaria all’architetto Hiram Abif che costruì il tempio per il terzo re di Israele.

Catena simbolo di Fratellanza universale
Catena simbolo di Fratellanza universale

Le colonne non sostengono nulla se non due vasi di terracotta, ma non possono ospitare piante perché irraggiungibili: servono però a raccogliere la “rugiada massonica”, la sapienza effusa dal cielo dal Grande Architetto dell’Universo. Proprio su questo elementale massonico sono nate, in tempi recenti, numerose polemiche per il cambiamento operato nel messale da Bergoglio dove la tradizionale formula di consacrazione eucaristica è stata cambiata con: “santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito”. (Nel III secolo esisteva una formula simile, ma all’epoca non esisteva ancora una teologia dello Spirito Santo, quindi in molti si sono chiesti: perché usare il simbolo antico quando la Persona trinitaria era stata già ben definita?).

Sempre a proposito del Grande Architetto, esso si ritrova simboleggiato anche dal finto mosaico con l’aracnide al centro della ragnatela nel Palazzo di fronte al civico 2, detto appunto “del Ragno”.

In alto, sul corpo centrale della facciata, un affresco dedicato al “Labor” raffigura un cavallo che trasporta sul dorso un’incudine con appesi alla gualdrappa due martelli uno da fabbro e uno, non a caso, da muratore.

Chiocciole
Chiocciole

A Carlo Di Clemente è così tornato in mente il discorso in morte del massone Giosué Carducci: “…non forse nereggia la presenza del metallo onde quell’abbattitore sembra aver foggiato le sue scuri per le sue vendette e quell’aratore i suoi vomeri pei suoi solchi e quell’artiere le sue incudini e i suoi magli «per l’opra rude»?”.

Se poi si ricorda una delle più note e, per l’epoca scandalose poesie di Carducci, l’”Inno a Satana”, si comprende meglio il contesto di vibrante anticlericalismo dell’epoca: “… A te disfrenasi Il verso ardito, Te invoco, o Satana, del convito. Via l’aspersorio, Prete, e il tuo metro! No, prete, Satana Non torna in dietro! Vedi: la ruggine Rode a Michele Il brando mistico, Ed il fedele spennato arcangelo Cade nel vano…”.

Allegoria del lavoro con incudine e martelli
Allegoria del lavoro con incudine e martelli

Che dire poi del corteo massonico verso Campo dei Fiori che ebbe luogo a Roma, nel 1889, per l’inaugurazione del monumento a Giordano Bruno, aperto da due bandiere con l’effigie del diavolo? Satana era stato scelto come simbolo di ribellione razionalista alle “superstizioni” cattoliche.

Solo entrando in questa atmosfera di violento antagonismo con la Chiesa si comprende l’interminabile quantità di simboli esoterici presenti nel quartiere Coppedé. La nave, affrescata sul villino delle Fate, non evoca il viaggio cristiano verso l’eternità attraverso i flutti della vita terrena, bensì il viaggio verso la conoscenza, tanto che appunto la sede del Grande Oriente d’Italia si trova nella Villa del Vascello a Roma.

Presente in ogni dove, poi, l’aquila, uccello che vola sopra tutti gli altri animali e tutto vede e tutto sa. La lucertola è segno di rigenerazione, mentre la rana della fontana rappresenta i vari stadi del percorso iniziatico (uovo, girino, anfibio); la chiocciola, simbolo di eterno ritorno è anche un riferimento alla tipica scala rotante che l’iniziato deve salire nel secondo grado di apprendistato.

Poi vi è la catena, metafora della Fratellanza universale; l’ape, allegoria dell’operosità, il grappolo d’uva, il melograno e così via per centinaia di simboli.

L’ultima ambiguità riguarda un’icona con una statua – apparentemente -della Madonna. In cemento, di squisita fattura, rappresenta una sorta di dama quattrocentesca, priva di aureola, nell’atto di protendere verso il basso un bambino con le braccia allargate. Un’iconografia del tutto inedita che, alchemicamente, lasciamo a voi lettori interpretare.

LA STAMPA

Rating 4.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.