Il fascino discreto della borghesia meritocratica
Certo non sarà facile convincere che i “navigator” o quota 100 siano state idee strampalate e pericolose per il futuro dei giovani. Né sarà facile immettere competenze reali in chi dovrà riordinare la sanità pubblica (e non solo il piano vaccini) e nel campo più strategico per il medio termine: l’istruzione meritocratica.
Draghi ha improvvisamente messo in ombra una politica mediocre: sarà difficile anche per i comici trovare nuovi sketch.
Finalmente, dopo decenni di narcisismi, burlesque e battutoni da bar, arriva un’aria fatta di solida sobrietà che ci insegnerà che il merito non si compra al supermercato, nasce dalla fatica ed è fondamenta di una civiltà innovativa, mai supina.
Improvvisamente abbiamo qualcuno da indicare con orgoglio ai nostri figli come esempio, non uno di cui schernirci; un capitano di cui fidarci nel mezzo di questa enorme tempesta.
Non mi piace pensare che rappresenti l’ultima spiaggia, ma l’uomo che ha permesso lo sbarco dell’intelligenza e del merito sulla nostra bellezza.
L’HUFFPOST
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