Perché difendo Matteo Renzi
Massimo Recalcati
Non senza nascondere un certo compiacimento Massimo D’Alema aveva riconosciuto, nei giorni precedenti la crisi di governo, in Conte il politico più popolare in Italia e in Renzi il più impopolare. Questo a seguito della decisione del leader di Italia Viva di sfiduciare il governo ritirando i suoi ministri. D’Alema si è fatto interprete di un coro che, soprattutto nei giorni precedenti la caduta di Conte, è apparso unanime e rabbioso: Renzi sarebbe vittima patologica del suo Ego, irresponsabile a generare una crisi di governo al buio in un tempo di emergenza sanitaria ed economica, abbagliato dalla necessità solo tattica di recuperare visibilità politica, indifferente alle conseguenze collettive dei suoi scellerati passaggi all’atto. Quando i giudizi si compattano in modo così conformistico contro qualcuno, uno psicoanalista, abituato a diffidare da ogni forma di pensiero unico, non può non interessarsene. La soluzione Draghi ha forse raffreddato gli animi consentendo un’altra lettura dell’azione politica di Matteo Renzi?
Non abbiamo forse in questi giorni la sensazione di una risposta finalmente adeguata alla crisi sanitaria ed economica senza precedenti che ha travolto il nostro Paese? Aveva allora davvero torto Italia Viva a porre le critiche nei confronti del governo Conte? Immobilismo, esautoramento del Parlamento, errori di fronte alla emergenza sanitaria e, soprattutto, nella programmazione dei futuri investimenti, per non citare il tema del Mes. Davvero la crisi che ha innescato la nomina di Draghi è stata avvertita come incomprensibile da parte degli italiani, come si è sentito ripetutamente dire in ogni occasione? Davvero è stata una pura manovra di palazzo? Non poteva esserci una giusta istanza in quelle critiche grazie alla quale abbiamo oggi l’occasione di avere un presidente del Consiglio che non potrà più essere rappresentato da Casalino per evidente incompatibilità estetica ed etica? Nessuno dei critici più severi e implacabili di Renzi nutre dei dubbi su questo punto?
A proposito di Renzi è toccato a Bersani nelle settimane della crisi a lasciarsi sfuggire il Witz che raduna attorno a lui una generazione di sconfitti. Non credevo alle mie orecchie di psicoanalista quando in televisione l’ho ascoltato definire Renzi, in modo allusivo, come un eiaculatore precoce, ovvero come qualcuno che non si saprebbe trattenere, come un ragazzo alle prime armi di fronte al marasma dell’eccitazione erotica… Eccoli, ho pensato. Ti giri un attimo e ritorna immancabile il paternalismo della sinistra tradizionalista e il suo immancabile livore! In un attimo questo Witz ha radunato attorno a sé tutti gli ex-rottamati da Renzi che hanno avuto l’ennesima occasione per ribadire che avevano visto lungo, che il ragazzo è un corsaro, una canaglia, un poco di buono, un figlio bastardo e, soprattutto, la prova più evidente della loro innocenza.
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