Mario Draghi comincia dalla scuola “Allungare l’anno per recuperare la didattica persa”

L’orologio del primo giorno del nuovo giro di consultazioni (ieri i partiti piccoli, oggi i più grandi) dice che Draghi accelera. Il calendario aveva programmato l’uscita dell’ultima delegazione alle 18, accade alle 18.09. Il neopremier vedrà sindacati, imprese ed enti locali mercoledì, dopodiché attenderà il voto della piattaforma Rousseau fra gli elettori dei Cinque Stelle, giovedì. Gli ottimisti sostengono che Draghi salirà al Colle per sciogliere la riserva venerdì, ma nel Transaltantico di Montecitorio c’è chi ipotizza ciò avverrà solo all’inizio della prossima settimana. Jean-Claude Trichet: “Mario è il più adatto a guidare la ripresa. Ora l’Italia deve fare le riforme strutturali”

Una cosa è certa: il Quirinale gradirebbe un governo nel pieno delle sue funzioni entro la fine di questa settimana, poiché lunedì scade il termine fissato dall’ultimo decreto presidenziale sul divieto di circolazione fra Regioni e di apertura degli impianti sciistici. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo la squadra di governo, il rebus più difficile. E’ il tema ricorrente delle telefonate con i leader dei partiti e il Colle. Sarà una sapiente miscela di personalità politiche e non. Le caselle più importanti e divisive (Interni, Giustizia, Economia, Lavoro) non potranno andare ai partiti, pena per Draghi rapidi problemi di navigazione.

I mercati per ora si fidano ciecamente delle sue doti di timoniere: lo spread fra i titoli decennali italiani e tedeschi ieri è sceso a 95 punti, numeri che non si vedevano da cinque anni a questa parte. Con un però: cinque anni fa non era la Banca centrale europea ad essere il primo acquirente in titoli pubblici italiani. —

LA STAMPA

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