Palestre e piscine riaprono il 5 marzo? Ecco il protocollo del Cts (ma manca ancora l’ok della politica) Italia
di Francesco Malfetano
Docce vietate, solo lezioni individuali in palestra e dieci metri quadri a disposizione per ogni persona in piscina. A tre settimane dalla possibile riapertura di palestre, piscine ed impianti sportivi (il Dpcm del 16 gennaio li blocca fino al prossimo 5 marzo), gestori e proprietari stanno provando ad organizzarsi. La linea da seguire è stata dettata dal ministero dello Sport che già a fine dicembre ha proposto le nuove regole per riprendere l’attività sportiva poi validate a metà gennaio dal Comitato tecnico scientifico. La palla ora è infatti passata al governo (venturo) che dovrà decidere se procedere o meno con le riaperture prendendo quella che, come sottolineano dal Cts, «è una decisione assolutamente politica».
Nonostante
gli esperti e i tecnici del Comitato siano infatti molto preoccupati
per «il riscontro potenziale di aggregazioni tra persone all’interno
degli impianti sportivi, soprattutto in ambienti chiusi e confinati»,
ritengono «particolarmente importante il ritorno alla fruizione delle
attività fisiche, soprattutto nei soggetti in età evolutiva e negli
individui con patologie croniche e negli anziani, nei quali il benessere
psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di
salute». Da qui la proposta per una una riapertura differenziata
non solo in base alle fasce di rischio in cui si colloca la regione di
riferimento ma anche «alle diverse ed eterogenee discipline sportive di
base, improntata al principio di massima cautela».
LE ZONE
In zona rossa
ad esempio, dato il rischio maggiore, sonon consentiti solo quegli
sport che è possibile praticare da soli e all’aperto. Per cui sì alla
corsetta (nei pressi della propria abitazione per non infrangere le
indicazioni del Dpcm ora in vigore) ma no assoluto all’allenamento in
palestra. In zona arancione invece, potranno essere
consentite le attività in palestre, piscine e tensostrutture sia
individuali, anche acquatiche, che quelle sportive dilettantistiche non
di squadra o di contatto. Ancora niente calcetto o partita a basket con
gli amici quindi. Sono però consentiti «gli allenamenti per le attività
sportive di contatto e per gli sport di squadra esclusivamente se svolti
in forma individuale, nel rispetto del distanziamento e del divieto di
assembramento», si legge nel documento del Cts. Infine, in zona gialla, oltre
alle attività consentite nelle altre due fasce di rischio, si potranno
praticare gli allenamenti per gli sport da contatto e di squadra
dilettantistico e di base.
LE PALESTRE
Il
tutto ovviamente rispettando alcune indicazioni. Durante l’attività
fisica in palestra ad esempio resta obbligatorio il mantenimento della distanza interpersonale di almeno due metri e la pulizia delle aree di contatto di ciascun attrezzo con prodotti igienizzanti. «Ove possibile» aggiugne il Cts, meglio usare «tappetini propri».
E ancora: negli spogliatoi non si possono lasciare «gli indumenti
indossati per l’attività fisica, ma bisogna riporli in zaini o borse
personali» e, una volta rientrati a casa «è consigliato lavarli
separatamente dagli altri indumenti». Ma soprattutto, non deve essere consentito «l’uso delle docce».
Ovviamente gli operatori dovranno indossare la mascherina, sanificare
attrezzi e materiali dopo ogni uso, e occuparsi di rendere sempre
disponibili gel disinfettanti in tutto il locale utilizzato per
l’attività in questione.
Pages: 1 2