Vaccino, Vaia (Spallanzani): «Avere Sputnik ci aiuterebbe. Le varianti? Non mi preoccupo»
di Marco Esposito
Il film Contagious del 2015 sembra aver previsto molti eventi che si sono verificati nella realtà della pandemia, compresi dettagli come l’eccessivo ottimismo degli «andrà tutto bene». Il vero caos, nella finzione cinematografica, inizia con la somministrazione dei vaccini. Con tutte le informazioni contraddittorie in circolazione non rischiamo di precipitare anche noi in una situazione simile?
«Non l’ho visto ma me ne hanno parlato – risponde Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani – e condivido il suo timore. Sono rattristato perché in questo momento avverto quasi un terrore da parte delle persone. Il paese è sotto stress: chiusure, aperture, chiusure, vaccini che arrivano e non arrivano e adesso le varianti. Vorrei essere chiaro: è giusto che l’opinione pubblica se ne occupi. Non è giusto che venga spaventata».
Monoclonali, distribuzione a commissario Arcuri. Fondo di 400 milioni anche per vaccini
Però che ci siano varianti pericolose è un fatto, non crede?
«Vogliamo
parlare di varianti? Bene, parliamone. In estate abbiamo avuto la
variante spagnola e nessuno si è preoccupato più del dovuto, il dato non
è stato enfatizzato. Del resto è del tutto normale, fisiologico, che il
virus continui a variare. C’è una guerra in corso tra lui e noi. E la
sua arma è cambiare, adattarsi all’ospite. A noi tocca studiare le
sequenze genomiche, cosa che peraltro allo Spallanzani abbiamo fatto per
primi. E finora sappiamo che le varianti non portano un aggravamento
della malattia e che allo stato non ci sono elementi che facciano
pensare a una minore validità del vaccino».
E allora
perché il premier inglese Boris Johnson ha appena preordinato 50 milioni
di dosi aggiornate in modo specifico per le varianti?
«Siamo
di fronte a un annuncio da parte di un politico. Io sono un tecnico e
posso dire che la strada maestra è una, non sono due. Dal punto di vista
della scienza posso rassicurare che siamo in grado di adeguare i
vaccini in breve tempo, qualora fosse necessario. La variante inglese
sembra che contagi con più rapidità e che infetti anche i giovani,
tuttavia non si è registrata un aggravamento della malattia. I giovani
fortunatamente continuano a rispondere bene all’infezione».
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