Governo, Draghi è preoccupato per le scelte del Movimento 5 Stelle
Sugli incarichi di governo non ha mai offerto spazi di manovra ai partiti, che — secondo fonti accreditate — verrebbero avvertiti praticamente a cose fatte, cioè poco prima dell’incontro al Quirinale tra l’ex presidente della Bce e Sergio Mattarella. L’unico con il quale Draghi si confronta.
Di qui il nervosismo delle forze politiche, che ieri sentivano avvicinarsi il momento delle scelte ed erano in fibrillazione per la totale assenza di informazioni. Ma nessuno prevedeva il colpo di scena grillino, che ferma le lancette della crisi e spiazza partiti e istituzioni. Il Pd si interrogava sui tatticismi di Matteo Salvini, non immaginava invece di dover fare i conti con il surreale atteggiamento dei suoi alleati a Cinque Stelle. E dire che ieri Zingaretti aveva lasciato Draghi con un umore diverso rispetto al primo colloquio. Allora il segretario dem aveva dovuto persino bloccare quanti nel suo partito si lamentavano per l’atteggiamento di Draghi: «Chissà dove ci porterà…».
Certo, resta l’ansia sulla composizione del governo, ma dalla Lega al Pd, passando per FI e i centristi dell’Udc, ieri tutti si ritenevano in fondo soddisfatti del programma. Per il progetto nazionale sulla vaccinazione di massa attraverso una piattaforma digitale. Per l’accordo in itinere con l’Europa sulla riprogrammazione delle dosi da distribuire all’Italia. Per il piano di investimenti pubblici che consentirebbe di aprire immediatamente i cantieri, seguendo quella che Draghi ha definito la «formula Genova». Per la riforma del fisco che non prevederebbe aumenti di tasse né condoni. Per l’impegno a sollecitare la pubblica amministrazione sui sussidi «che sono stati stanziati ma che non sono arrivati».
Il tutto — come aveva spiegato il premier incaricato — dentro un quadro di «sempre maggiore integrazione europeista» e di legame con gli Stati Uniti: «Perché ho intenzione di tenere rapporti privilegiati con una sponda dell’Atlantico e non intendo navigare per altri mari». Dopo aver ascoltato Draghi, Berlusconi per un attimo aveva fatto Berlusconi:«Condivido tutto. Mi sembra un libro dei sogni». «È un programma», gli aveva sorriso l’ex capo della Bce: «Dobbiamo solo farlo partire». Quando Grillo vorrà farlo partire…
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