M5S, ipotesi voto su Rousseau tra stasera e domani. Lezzi: «Restiamo fuori dal governo». Grillo: «Serve super ministero green»
Putroppo conquisteremmo solo una pessima reputazione. Quando abbiamo fatto il governo con la Lega avevamo messo dei punti precisi, poi abbiamo fatto il governo con il Pd per non consegnare il Paese a Salvini. Ma ci sono stati degli errori nell’attribuzione dei ministeri: il Ministero dell’Economia doveva andare alla forza che ha il 33% non il 18%. Ora si tratta di fare un governo con chi ci ha traditi: Renzi e Salvini. E poi dovremmo metterci al tavolo con Berlusconi: sarebbe devastante». Lezzi propone un’astensione: «Tanto anche se noi ci sfilassimo questo governo non cadrà mai, allora se noi restassimo fuori potremmo conservare la libertà di vedere tutti i provvedimenti che arrivano in Parlamento. Quindi, è chiaro che se il governo sapesse che c’è un terzo dei parlamentari pronto a votargli contro ai provvedimenti che vanno contro i cittadini, sono sicura che sarebbe un governo molto più attento».
Il senatore Crucioli ha definito “imbarazzante” l’intervento serale di Grillo in streaming. «Dobbiamo fare qualcosa. Siamo ad un bivio. Teniamoci in contatto», ha detto.
Il senatore genovese è quello che ha commentato così la sospensione del voto online: è il requiem della democrazia diretta.
La sera prima c’era stata un’altra assemblea, sempre su Zoom con circa 500 partecipanti tra cui anche parlamentari dell’ala governista (c’erano Gianluca Perilli, Manuel Tuzi, Frcancesca Flati, Massimo Baroni, Francesco Silvestri, Elio Lannutti), che ha anche prodotto un documento che ha raccolto 200 sottoscrizioni tra cui quella di Bianca Granato. È un mesaggio-petizione dal titolo eloquente “Draghi non in mio nome” (sui social gira già come hashtag #draghinotinmyname) ai «portavoce parlamentari, questa lettera è espressione della riunione tenutasi l’8 febbraio 2021, partecipata da centinaia tra attivisti e portavoce di tutta Italia. Non vuole rappresentare una contrapposizione o una spaccatura, ma contribuire positivamente al futuro del Paese», si legge nella lettera che Il Messaggero ha potuto consultare. «Vogliamo esprimere con forza la nostra contrarietà ad un governo con Mario Draghi. Non abbiamo nulla contro la persona, ma è ciò che rappresenta che ci preoccupa», si legge in un passaggio. «Noi siamo la vostra forza, la vostra coscienza, siamo quelli di cui non sapete neanche il nome e cognome, ma che hanno lottato e lottano ogni giorno perché voi abbiate il privilegio di stare in Parlamento e nei luoghi del potere per portare la nostra voce», si legge in un altro passaggio.
Le riunioni sono destinate a moltiplicarsi poiché i parlamentari, prima del voto che sterilizzerà rabbia e paura, sono letteralmente sommersi da attivisti, consiglieri a vario livello che remano contro la fiducia al nuovo governo. Lo dimostra anche l’ondata di commenti negativi arrivati sul blog sotto la notizia della sospensione del voto. «State temporeggiando al fine di far virare ulteriormente l’opinione degli iscritti verso Draghi, ma molti di noi sanno già cosa votare», avverte Diana. «Crimi, non hai sospeso il voto ma la democrazia diretta. Basta rinvii, dovete darci la possibilità di sostenere il Movimento con un forte No a Draghi», incalza Beppe. «Ma non lo avete ancora capito che spaccate il movimento se andate al governo con chi vi ha già fregato una volta (prima Salvini ed ora Renzi) e in aggiunta Forza Italia, ma dare l’appoggio esterno cosa è un reato?», protesta Pino. «Potete rinviare quanto volete, tanto lo sapete che votiamo tutti no», chiude Lucy. Ma, nel corso della mattinata, spuntano – sebbene in minoranza – anche i militanti d’accordo con la mossa di Grillo. «Tutti sempre a lamentarsi senza considerare che adesso siamo una forza di governo e non avendo la maggioranza non possiamo fare tutto ciò che vorremmo! Ma la nostra identità la nostra onestá è sempre presente quindi non dividiamoci ma uniamoci», osserva Damiano. «Grazie Beppe, nel frattempo riflettiamo», è il parere di Pietro. «Davvero volete che Draghi faccia un governo in maggioranza di centrodestra? Ma siete normali?», è la spinta nel governo di un altro militante.
Ora il quadro politico si complica. Se Lega e Fi infatti sono decise a sostenere comunque il futuro esecutivo, tentennamenti del M5s o addirittura ripensamenti complicherebbero i piani di Pd e Leu. Non a caso stamattina il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha ribadito l’importanza di una maggioranza omogenea, tradotto: possibilmente solo giallorossa Lega free come ha chiesto a Draghi anche Grillo. «Se una maggioranza ha grande contraddizioni al suo interno governarla è difficile e già lo era molto quella che abbiamo alle spalle. Un suo allargamento», in particolare con l’ingresso della Lega, «senza un asse politico preciso, rischia di rendere ancora più complicata la navigazione e questo mi pare mero buon senso». «Credo -ha aggiunto- che sia molto importante insistere sull’individuazione dei punti sui quali convergono le forze politiche. Se la maggioranza è molto larga bisognerà individuare meno punti circoscritti rispetto ai quali concentrarsi, perchè è chiaro che forze politiche che partono da grandi distanze tra loro possono trovare un punto di incontro solo su alcune determinate emergenze».
E diventa adesso un enigma anche capire il timing del presidente incaricato atteso al Colle per sciogliere la riserva. Se infatti era ipotizzabile che Draghi aspettasse domani alle 13 l’esito del referendum degli iscritti M5s prima di salire al Quirinale, ora tutto sembra più incerto.
IL MESSAGGERO
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