L’Ue rivedrà il Pil pre-Covid nel 2021, l’Italia neanche nel 2022
Ci sono misure adottate dal governo Conte II che Bruxelles apprezza perché le considera di stimolo alla crescita. È il caso del Superbonus per le ristrutturazioni edilizie: “Gli investimenti immobiliari continueranno a beneficiare del Superbonus 110%, incentivo fiscale per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici residenziali e per la protezione dai rischi sismici. Gli investimenti delle imprese, dopo aver registrato un forte calo nel 2020, dovrebbero prendere piede quest’anno sulla scia del recupero dei flussi di cassa e del miglioramento delle prospettive della domanda”.
Ma il resto dovrà evidentemente arrivare dal recovery plan, quando sarà pronto nel segno del nuovo governo Draghi e quando i fondi europei saranno disponibili, non prima che tutti i 27 paesi membri abbiano ratificato nei loro Parlamenti nazionali. È per questo che i possibili effetti da ‘recovery fund’ non sono calcolati nelle previsioni economiche pubblicate oggi. Tuttavia, prevede Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia, quando sarà operativo, il Next Generation Eu porterà “un boom all’economia dei paesi con un pil al di sotto della media, con un +3,5 nel 2026, un po’ minore sarà l’effetto sui paesi con un pil al di sopra della media”.
Su tutta l’Ue gravano ancora i rischi legati all’andamento della pandemia: l’insorgenza di varianti del virus e le incognite legate alla campagna vaccinale. Se andrà bene, le stime pubblicate oggi potrebbero addirittura subire una revisione in positivo, con una crescita “migliore delle aspettative”, scrive la Commissione. Ma se la campagna vaccinale non andrà nel migliore dei modi – finora si è inceppata negli scontri tra Bruxelles e le case farmaceutiche che hanno ridotto le consegne delle fiale – o se non sarà efficace contro le varianti del virus, “ciò potrebbe ritardare l’allentamento delle misure di contenimento, che a sua volta influenzerebbe i tempi e la forza delle aspettative di ripresa”.
“Gli europei stanno vivendo tempi difficili. Restiamo nella morsa dolorosa della pandemia, le cui conseguenze sociali ed economiche sono fin troppo evidenti. Eppure c’è, finalmente, la luce alla fine del tunnel – dice Gentiloni – Poiché sempre più persone saranno vaccinate nei prossimi mesi, un allentamento delle misure di contenimento dovrebbe consentire un rafforzamento della ripresa in primavera e in estate. L’economia dell’Ue dovrebbe tornare ai livelli di pil pre-pandemici nel 2022, prima del previsto, sebbene la produzione persa nel 2020 non verrà recuperata così rapidamente, o allo stesso ritmo in tutta la nostra Unione. Questa previsione è soggetta a molteplici rischi, legati ad esempio alle nuovi varianti di Covid-19 e alla situazione epidemiologica globale. Ma l’impatto del Next Generation Eu, che non è ancora integrato nelle proiezioni odierne, dovrebbe fornire un forte impulso alle economie più colpite nel prossimo futuro”.
Gentiloni esorta i governi a non fare marcia indietro rispetto alle misure di sostegno all’occupazione, vale a dire i divieti di licenziamento introdotti con la pandemia. “No a un ritiro prematuro delle misure di sostegno – dice – Quando, come ipotizzato in questa previsione, le restrizioni verranno progressivamente allentate nel corso dell’anno, si prevede che molte persone nei servizi e nel commercio al dettaglio torneranno al lavoro. Tuttavia, non si può dare per scontato che tutti i rapporti di lavoro rimarranno intatti dopo la revoca dei regimi di difesa. Quindi i responsabili politici a tutti i livelli devono rimanere molto ‘agili’ su questo tema. Cioè molto attenti”.
Ma il Commissario europeo esprime anche “piena fiducia nella capacità del nuovo presidente del Consiglio (ancora incaricato, ndr.)” Mario Draghi.
“Le previsioni odierne forniscono una speranza concreta in un momento di grande incertezza per tutti noi – dice il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis – La solida ripresa della crescita prevista nella seconda metà di quest’anno mostra molto chiaramente che stiamo voltando l’angolo per superare questa crisi. Una forte risposta europea sarà fondamentale per affrontare questioni come la perdita di posti di lavoro, un settore aziendale indebolito e le crescenti disuguaglianze”.
L’HUFFPOST
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