Renzi gongola pure sul Financial Times: “L’Italia è tornata, il miracolo è merito mio”
“L’unico modo nel mezzo di una pandemia era chiamare il miglior giocatore, perché Mario è il miglior giocatore”. Così Matteo Renzi in un’intervista al Financial Times torna a rivendicare il suo “capolavoro” politico. Ieri il leader di Italia Viva aveva condiviso il proprio entusiasmo con il NyTimes; oggi è la volta del quotidiano finanziario con base a Londra.
“L’Italia è tornata, proprio come ha detto Joe Biden degli Stati Uniti. Se guardi ai mercati finanziari, ai leader internazionali, alla fiducia dei nostri cittadini, è un miracolo”. E questo miracolo – insiste Renzi – non sarebbe avvenuto senza di lui.
Il suo piccolo partito politico segna il 3% – ricorda il Ft – e rischia di essere spazzato via in future elezioni. Eppure Renzi, 46 anni, primo ministro italiano dal 2014 al 2016, è di umore trionfante. Mario Draghi, l’ex presidente della Banca centrale europea celebrato come il salvatore dell’euro, è sul punto di formare un governo di unità nazionale. E niente di tutto questo sarebbe successo – sottolinea l’ex premier – senza di lui. Il mese scorso ha fatto cadere il governo di coalizione di Giuseppe Conte ritirando il sostegno del suo piccolo partito Italia Viva.
“Nella mia cerchia ristretta molte persone mi dicevano, ‘ma sei pazzo?’ Ogni talk show in Italia diceva: guarda questo pazzo che apre una crisi per motivi personali”. In molti – prosegue il Ft – lo accusano di aver tentato di minacciare di far cadere Conte per aumentare la propria influenza sulla coalizione, cosa che lui nega. “Molte persone mi hanno detto: lo stai facendo solo per avere più ministri, solo per te. Ma un mese fa avevo la golden share nel governo, con Draghi no. Ho perso potere con questa operazione”. Renzi sostiene che il piano fin dall’inizio era quello di creare un’apertura per portare Draghi. “La possibilità di essere guidato da Draghi era un’incredibile speranza”. “Così ho deciso di rischiare tutto, perché l’obiettivo avrebbe giustificato quel rischio”.
“Ho ricevuto molti messaggi che dicevano: un mese fa ho scritto su Facebook che eri un figlio di puttana, ma ora riconosco che hai avuto coraggio – va avanti l’ex sindaco di Firenze – Ma è una minoranza. Per molte persone continuo a essere un figlio di puttana”.
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