Effetto Draghi sui titoli di Stato, Btp per la prima volta sotto allo 0,50% e nuovi record in asta

sandra riccio

Gli investitori hanno di nuovo messo nel mirino i titoli di Stato dell’Italia. Lo dimostra il nuovo minimo record raggiunto dal Btp a dieci anni, sceso oggi a un tasso dello 0,48%. La fase positiva per la carta italiana è iniziata non appena è emerso il nome di Mario Draghi per la guida del Paese. Da quel momento il rendimento del Btp a dieci anni è calato senza sosta fino a toccare oggi il nuovo minimo storico. E’ la prima volta che il decennale dell’Italia sconfina sotto il livello dello 0,50%. Intanto lo spread Btp/Bund si muove in area 93 punti base nel contesto di una seduta postiva per Piazza Affari e per le altre piazze europee: Milano avanza dello 0,31% mentre Francoforte è in avanti dello 0,67%.

Per gli esperti, il buon andamento della carta italiana potrebbe proseguire anche nelle prossime sedute. All’orizzonte ci sarebbe un avvicinamento all’area «zero» in linea con quello che è il rendimento degli altri Paesi periferici: il governativo di pari durata della Spagna si muove a quota 0,15% quello del Portogallo è arrivato addirittura allo 0,07%. 

«L’effetto Draghi si sta facendo sentire e il Btp ha l’opportunità di scendere ancora – dice Alessandro Parravicini, strategy advisor indipendente per le società di investimento -. In questo momento gli investitori stanno scommettendo su un futuro più virtuoso del nostro Paese». Draghi, secondo le indiscrezioni, potrebbe salire al Quirinale tra venerdì 12 e lunedì 15 febbraio per sciogliere la riserva.

Per l’esperto il valore del nostro Btp è ancora interessante a livello di rendimento e dal momento che c’è ancora una quantità rilevante di liquidità nel sistema, il decennale così come le altre scadenze hanno le caratteristiche per performare bene anche nei prossimi mesi. 

Intanto, sulla buona intonazione del momento, oggi il Tesoro ha piazzato il massimo dell’offerta su una forchetta pari a 7,5-9 miliardi di euro nelle riaperture del Btp a 3, 7 e 20 anni. Su tutte le scadenze, l’effetto Draghi ha consentito di raggiungere minimi record.

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