Recovery, riforme e ripresa dell’export: così il Nord produttivo ha spinto Salvini
Stesso mood da Paolo Agnelli, industriale dell’alluminio di Lallio vicino a Bergamo, una produzione di un milione di pentole di alta gamma all’anno, un terzo verso i mercati esteri: «Nel 2018 chiudevano 250 imprese al giorno. Oggi sono 350. Quando chiude un’impresa chiude un pezzo di storia. Sono i numeri con cui una personalità come Mario Draghi saprà confrontarsi. L’occupazione è legata alla tenuta delle imprese e alla competizione internazionale». Dal “Re delle pentole”, come lo chiamano da sempre, la richiesta di riforme tanto attese ma non solo: «In questi anni è stata molto alta la tassazione indiretta. Ci vuole un taglio netto del cuneo fiscale e dei costi dell’energia elettrica».
A marzo scade il blocco dei licenziamenti. È uno dei nodi caldi del governo Draghi. Rinviare, per Paolo Agnelli, non è più possibile: «Spostare il problema è solo una perdita di tempo. Meglio affrontarlo subito, ma vanno rafforzati gli ammortizzatori sociali. Le aziende devono poter ristrutturare». Non sarà facile per Mario Draghi, con un governo dentro tutti. Paolo Agnelli è sicuro che ce la farà: «Da presidente della BCE ha saputo domare Angela Merkel. Figuriamoci se non può domare i nostri politici. Si notano dei cambi di passo. Salvini ha smesso di dire no euro, un discorso démodé. Anche l’Europa ha cambiato pelle. Non si parla più solo di austerity».
Nel Nord Est un tempo locomotiva d’Italia, la pandemia ha picchiato duro più che altrove. Ettore Riello, presidente di Verona Fiere e dell’azienda di famiglia leader nei sistemi di riscaldamento, al primo posto delle richieste per Mario Draghi mette quello che chiedono tutti: «Siamo devastati da anni da una burocrazia senza limiti. Avere un’autorizzazione è un calvario. Io spero che Draghi abbia anche la lungimiranza nel vedere le esigenze di noi industriali. Il blocco dei licenziamenti non può essere rinviato, ma ci vogliono politiche adeguate. Non i navigator… Ma che fine hanno fatto i navigator? Basta con le idee che sfumano in poco tempo». Il governo del dentro tutti per Ettore Riello potrebbe pure facilitare Mario Draghi: «Meglio che non ci siano solo due blocchi contrapposti, più sono più sono ininfluenti. La svolta europeista di Salvini? La politica è dinamismo, la coerenza è il rispetto degli elementi fattuali».
Roberto Snaidero, un nome legato alla produzione di cucine a Majano (Udine), sogna un punto fermo per la ripartenza: «Il Salone del Mobile di Milano 2020 non c’è stato. Spero che si possa fare a settembre». E sulla diatriba governo tecnico o politico? «Ci vogliono tecnici che abbiano una visione d’insieme. Mi fido molto delle capacità di Draghi, dopo che siamo stati nelle mani di politici improvvisati. Che siano tutti al governo è forse un problema ma Draghi e il presidente Mattarella sapranno far ripartire il made in Italy ancora rinomato nel mondo».
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