I primi 100 giorni, ecco le sfide che deve affrontare il governo Draghi

FISCO
Il nodo cartelle esattoriali tra rottamazione e rinvi

Cinquanta milioni di atti tra cartelle esattoriali e avvisi dell’Agenzia delle entrate sono stati congelati fino al 28 febbraio. È uno dei dossier più delicati da affrontare perché interessa cittadini, imprese, professionisti e commercianti alle prese con la crisi innescata dal Covid, che ha messo in ginocchio interi settori. A vario titolo, categorie che vedono la tregua fiscale come l’unico modo per sopravvivere.

Il neo responsabile del Mef, Daniele Franco, potrebbe optare nell’immediato per un altro rinvio: la soluzione più semplice sarebbe presentare un emendamento al decreto Milleproroghe fermo a Montecitorio. E nel frattempo mettere in piedi un disegno complessivo per affrontare questo tema.

Tra le possibili soluzioni c’è l’apertura di una nuova rottamazione delle cartelle e di una rateizzazione più conveniente, oltre a uno scaglionamento degli invii molto più diluito nel tempo. È chiaro che questa montagna di atti non potrà arrivare tutta insieme nel 2021 perché aprirebbe un grande problema sociale.
LUCA MONTICELLI Governo, Draghi accetta l’incarico e presenta la lista dei ministri

AMBIENTE
I progetti della svolta green c’è da preparare la Cop26

Il «super ministero della Transizione ecologica» è stata la chiave che ha permesso ai 5S di far digerire alla base l’ingresso nel governo. E arriva il plauso dei vertici del Movimento alla scelta di Roberto Cingolani per la guida del ministero dell’Ambiente, ma la delega all’energia ottenuta, lasciando tutte le altre deleghe allo Sviluppo economico di Giancarlo Giorgetti, ha suscitato forti perplessità tra i grillini. Insomma, non era il «super ministero» che auspicava Beppe Grillo, ma ci sarà comunque bisogno di tempo per dare un nuovo assetto al dicastero lasciato da Sergio Costa. Questioni puramente organizzative, ma da sbrigare in fretta perché il ruolo di Cingolani nella costruzione del nuovo Recovery plan del Paese sarà centrale. Erano stati stanziati, nella precedente versione, 74,6 miliardi da spendere in 6 anni. Al di là del budget, che potrà essere ritoccato, saranno i nuovi progetti a finire al centro dell’azione del manager. Si dovranno poi affrontare i mesi successivi nella preparazione della Cop26 che l’Italia ospiterà a Milano in autunno e attraverso i quali potranno riprendere i negoziati con gli Usa, rientrati con la nuova amministrazione di Biden negli Accordi di Parigi.
FEDERICO CAPURSO

RISTORI
Licenziamenti e cassa. Il piano è da 32 miliardi

Ci sono 32 miliardi di euro in deficit già autorizzati dalle Camere pronti da utilizzare per il quinto Decreto Ristori.

Sarà la prima decisione di politica economica che prenderà il nuovo governo. Lo schema immaginato dall’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri prevedeva 10 miliardi per rifinanziare la cassa integrazione, altrettanti da erogare a fondo perduto alle imprese più altre misure a sostegno di scuola, sanità ed enti locali.

Nel corso delle consultazioni le parti sociali hanno chiesto all’ex governatore della Bce Mario Draghi indennizzi che vadano a compensare le perdite di fatturato registrate dalle aziende nel 2020, superando così il meccanismo dei rimborsi legato ai codici Ateco.

I settori del turismo e della ristorazione sono quelli che hanno sofferto di più a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia (che ha cancellato viaggi e abbassato le serrande di bar e ristoranti), ma ci sono anche migliaia di lavoratori dello spettacolo (teatri e cinema sono ancora chiusi), dello sport e dell’agricoltura che aspettano risposte.
LUCA MONTICELLI

RECOVERY FUND
Più soldi a giovani e sanità meno contributi a pioggia

Dopo il via libera del Parlamento europeo ieri è arrivata la firma sul regolamento del Recovery fund. Il provvedimento entrerà in vigore il 19 febbraio e da allora fino al 30 aprile gli Stati membri potranno inviare a Bruxelles i propri piani per ottenere la prima tranche delle risorse già all’inizio dell’estate. Il governo ha la necessità di cambiare marcia sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Innanzitutto bisognerà chiarire la governance ed è probabile che il documento preparato dall’esecutivo precedente venga sfoltito nei progetti e semplificato nel cronoprogramma. Investimenti, infrastrutture strategiche, giovani e sanità sono i capitoli che verranno rafforzati mentre saranno ridimensionati i bonus e gli incentivi. Per aiutare le imprese ad agganciare la ripartenza non bastano contributi a pioggia, ha detto il premier, servirà piuttosto preparare un ambiente favorevole alla crescita.

Un ruolo chiave lo assumerà Roberto Cingolani, il fisico neo ministro della Transizione ecologica che gestirà circa 70 miliardi di euro, il 37% dei fondi messi a disposizione da Bruxelles. La missione di questo dicastero sarà anche quella di allineare le politiche energetiche italiane al Green new deal europeo che di qui al 2030 punta a ridurre del 55% le emissioni di gas serra. È destinato a recitare un ruolo da protagonista nello sviluppo del Pnrr Vittorio Colao, responsabile dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, driver fondamentali per il rilancio.
LUCA MONTICELLI

GIUSTIZIA
Due sfide epocali: riformare i processi civili e penale

La nuova Guardasigilli Marta Cartabia troverà di fronte a sé due sfide epocali per la giustizia: la riforma del processo penale e quella del processo civile, entrambe chieste dall’Europa a garanzia dei fondi del Recovery plan. Dovrà innanzitutto accelerare i tempi dei processi e procedere a nuove assunzioni, ma tutto questo – per usare la metafora di Giulio Tremonti – rappresenta «il mostro finale».

Prima di affrontarlo dovrà calibrare il baricentro della nuova maggioranza, che si è spostato lontano dal fronte giustizialista grillino. Il primo nodo da sciogliere sarà quindi quello del blocco della prescrizione. Nel decreto milleproroghe ora alla Camera ci sono già emendamenti, come quello presentato da Enrico Costa, che chiedono di sospendere lo stop della prescrizione fino al compimento della riforma del processo penale. Hanno già chiesto dalla maggioranza di ritirarli, ma la chiave per rendere digeribile il blocco a Forza Italia, Lega, centristi e a un pezzo del Pd, per ora passa da qui. Arriverà poi a marzo un altro tema spinoso, la separazione delle carriere, e poco più tardi, sempre alla Camera, la riforma del Csm. I primi 100 giorni voleranno.
FEDERICO CAPURSO

LA STAMPA

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