È sempre domenica

Buongiorno

Mattia Feltri

Bisogna essere onesti, e dare ragione ad Alessandro Di Battista. Oddìo, ho appena scritto una frase di cui non condivido una sola parola.

Comunque, getto il cuore oltre l’ostacolo e la confermo: quando Di Battista sostiene che non è blasfemo criticare Mario Draghi, fa un’opera di salute pubblica, specialmente in giorni di mitologia draghiana, la sobrietà, la competenza, l’autorevolezza, la riservatezza, l’eleganza, i titoli, gli eloquenti silenzi, tutto vero, per carità, ma per esempio ieri è stato annunciato l’arrivo del premier al Quirinale per le 19.00, e quando poi il premier è arrivato al Quirinale alle 19.00 lo sbalordimento ha attraversato l’opinione pubblica: è arrivato alle 19.00! Ecco che siamo: un Paese dove la puntualità è sbalorditiva. Ci aveva visto giusto chi definiva l’Italia una sterminata domenica.

Quindi sì, criticare Draghi non è blasfemo, è sano, è sanissimo. Semmai lascia leggermente disorientati il caso in questione, quello del critico e del criticato. Fra molto altro, governatore di Bankitalia e presidente della Bce il criticato, mentre del critico – cito a memoria – si ricordano escursioni in Sudamerica e in India, ingaggi da animatore di villaggi vacanze, un’esperienza da parlamentare d’opposizione, anche attività da me particolarmente quotate, come quella di barman in spiaggia.

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