Le idee di Colao per un’Italia digitale: lotta al contante, algoritmi nella Pa, banda larga anche via satellite, aiuti al 5G
di Aldo Fontanarosa
ROMA – Il nuovo ministro all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale, Vittorio Colao, approda al suo nuovo incarico fresco di studi. Il piano che proprio Colao ha curato per il governo Conte – “Iniziative per il rilancio 2020-2022”, consegnato a giugno scorso a Palazzo Chigi – delinea chiaramente la svolta digitale che il manager sogna per il nostro Paese. Ecco una sintesi delle proposte, descritte anche in 102 schede di lavoro.
Idee care all’ex premier Giuseppe Conte – come il cash back e la Lotteria degli scontrini – probabilmente saranno conservate nell’era Draghi. Come Conte, anche il nuovo ministro Colao considera sproporzionato l’uso che gli italiani fanno del contante e si batterà al massimo per una valorizzazione dei pagamenti elettronici.
Oro e diamanti nelle cassette di sicurezza
Il Piano Colao di giugno 2020 ricorda che “il valore della economia sommersa (non derivante da attività illegali) è stimato in circa 170 miliardi. Storicamente il numero delle banconote da 500 euro versate nelle banche Italiane è di molto superiore a quanto le stesse hanno distribuito in pezzi da quel taglio”. E l’85% delle operazioni avviene ancora in contante (al punto che il nostro Paese è al ventitreesimo posto tra i 27 dell’Unione Europea per transazioni con moneta elettronica).
In questo scenario, l’evasione Iva resta pari a 33 miliardi (su 137 miliardi totale Ue) mentre le cassette di sicurezza custodiscono tanti contanti, e poi oro, e diamanti, “non accessibili” alle verifiche fiscali.
Una tassa sui prelievi eccessivi
Colao pensa, dunque, che sarebbero necessarie misure incisive per frenare l’uso del contante, come:
– una ritenuta (5%) a titolo d’acconto sull’Irpef sui prelievi che eccedono un limite fisiologico;
– l’ampliamento delle deduzioni o detrazioni dall’Irpef per specifici
pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante (sull’esempio
del Portogallo);
– un credito di imposta per gli esercenti sull’utilizzo dei pagamenti elettronici;
– un accordo con il sistema bancario e le società dei pagamenti
elettronici per una riduzione delle commissioni per gli esercenti;
– l’obbligo del Pos per chiunque eserciti un’attività che prevede la
riscossione di pagamenti con gravi sanzioni per l’inadempimento (PA,
esercizi commerciali e servizi);
– la messa fuori corso delle banconote di maggior taglio (500 e 200 euro), d’intesa con Ue e Bce.
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