Piaga burocrazia/ La transizione più urgente è quella dal passato

FRANCESCO GRILLO

L’idea del coordinamento di tutte le attività relative alla trasformazione ecologica è quella più interessante che emerge dalla lettura della lista dei ministri proposta da Mario Draghi. Certo l’intuizione va riempita di contenuti formali e molto conterà l’iniziativa che Roberto Cingolani riuscirà ad esprimere, insieme a Vittorio Colao che si occuperà dell’altra transizione (quella digitale). 

E, tuttavia, può essere questa la dimostrazione che lo stesso presidente del Consiglio, abituato alla razionalità di chi muove tassi di interesse e masse monetarie, abbia la consapevolezza che il successo della sua nuova sfida dipende più da scelte organizzative che da modelli economici che non riescono più ad interpretare realtà complesse. 

La madre di tutte le riforme è quella dello Stato. È questa la modernizzazione da cui dipende – per intero – l’ultima possibilità di salvarci. Riforma di uno Stato concepito nell’Ottocento da Weber e che poco assomiglia a quello nel quale vivremo quando le due transizioni saranno compiute. 
L’idea di dover bucare le barriere che separano le amministrazioni centrali per integrare competenze diverse attorno agli stessi obiettivi fu, per la prima volta, perseguita da Tony Blair nel 1998 e ispirata dalla London School of Economics. Oggi, nell’agenda delle organizzazioni internazionali, la necessità di superare strutture organizzate per ambiti verticali è prioritaria.

E Lorenzo Fioramonti, nel libro “Un’economia per stare bene”, raccontando la sua esperienza da ministro dell’Istruzione identifica qual è l’ostacolo contro il quale si infrangono i migliori riformismi: uno qualsiasi dei problemi che definiscono la modernità – dal cambiamento climatico al contenimento delle epidemie, dal ridisegno delle città per ospitare automobili a guida autonoma alla prevenzione del terrorismo – necessita la collaborazione di più amministrazioni, di più uffici, delle imprese con le agenzie pubbliche e non funziona senza un forte coinvolgimento dei cittadini. 

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