“Siete venduti, sparite”. Nel M5S scoppia il caos
Il fronte, costituito dai contrari al governo Draghi e ai vertici del Movimento, si fa minaccioso. Nel frattempo Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia, su Facebook mette la giustizia come paletto imprescindibile: “Ricordo che anche la conclusione del governo Conte I fu da molti addebitata all’approssimarsi della riforma della prescrizione. Non so perché, ma questa cosa qua fa paura a tanti. Chissà perché?”.
L’assemblea infuocata
“La partita sta per iniziare”, sussurra un pentastellato. Lo smottamento inizia veramente dalla base, che ha preso di mira il reggente Vito Crimi per la gestione della crisi. Sui suoi post Facebook non gli danno pace: “Non facciamo finta che tutto va bene, vi siete fatti infinocchiare dalla vecchia politica marcia. Quella che detestavate…”; “Fai un favore al mondo e al Movimento, sparisci”; “È più digeribile la peperonata fatta a cena da mia suocera”; “Una squadra che ha lottato per i propri interessi e tu per primo. Venduti”. A questo si aggiunge la riunione (infuocata) di ben 4 ore dopo le 2 di sabato con i parlamentari: un confronto duro e franco che non ha portato ad alcun risultato.
“Da domani cominceremmo a spingere per avere un numero adeguato e anche superiore di sottosegretari alle dimensioni del gruppo. Se siamo meno di 282 a votare la fiducia ovviamente cambiano le percenuali e il numero di sottosegretari spettanti. Quello che cercavo di farvi capire sul potere contrattuale”, è il ragionamento che avrebbe fatto il capo politico. Crimi però non trova calma nei gruppi e si trova costantemente nel mirino delle polemiche: le richieste di dimissioni fioccano.
Tornando alla partita delle poltrone, è proprio qui che si aprono discussioni animate. In ballo ci sono i numeri: 15 sottosegretari e 3 viceministri che rischiano di saltare. Ai vertici viene rimproverata una pessima linea che ha portato i grillini ad avere solo i Ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura, delle Politiche giovanili e dei Rapporti con il Parlamento. “Chi ci ha portato fin qui si dovrebbe fare da parte”, sbottano gli eletti. Un altro 5 Stelle ironizza: “Vediamo quali brillanti ruoli riusciamo a strappare”. Almeno per il momento, sempre secondo il Corriere della Sera, non sta triofando il tentativo di mediazione. “Abbiamo ancora tre giorni per salvare la faccia e rimanere compatti: è il momento di provare ad ascoltarci l’un l’altro”, sostiene un 5S. Ma è proprio questo il difficile. A questo punto l’implosione può solo accompagnare il gran caos.
IL GIORNALE
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